«Contro di me un processo mediatico»
Padre Gratien scrive dal carcere: «Sono vittima di una sentenza razzista»
«RISPETTO il popolo italiano, non sono razzista nei confronti degli italiani, ma la giustizia ha leso i miei diritti». Padre Gratien Alabi scrive dal carcere di Rebibbia dove è stato rinchiuso la notte del 20 febbraio scorso, per scontare la pena di 25 anni per omicidio volontario e distruzione di cadavere. Il frate congolese è accusato di aver ucciso Guerrina Piscaglia, la casalinga scomparsa quasi 5 anni fa dal piccolo borgo toscano di Ca’ Raffaello in alta Valmarecchia. Alabi però continua a dire che non c’entra nulla e addirittura scrive una lettera per ‘denunciare’ la giustizia italiana. Lo ha fatto qualche settimana fa. Un foglio bianco scritto a mano che ha poi consegnato ai suoi legali: frasi in corsivo con penna rossa, in un italiano un po’ sgrammaticato. La cui stesura è stata fatta di getto, dato che presenta anche delle piccole correzioni di ortografia. «Io sottoscritto Padre Graziano Alabi, dichiaro di non essere contro il popolo italiano – scrive – di non essere razzista contro gli italiani, ma che sono stati lesi i miei diritti di difesa nei tre gradi di giudizio. (…)
Articolo tratto da Il Resto del Carlino