“Così si ferisce la dignità”

“Così si ferisce la dignità”

“La Repubblica di San Marino non sarà, come la vicina Italia, fondata sul lavoro, ma è sul lavoro che si fondano tutti i suoi principi. La tanto decantata libertà e indipendenza del nostro Stato non può avere altre radici”.

Lo affermano i consiglieri indipendenti Giovanna Cecchetti e Tony Margiotta. “Non siamo parassiti, ma uomini liberi capaci di autodeterminarsi. Il lavoro fa da barriera alla sofferenza di sentirsi inutili ed incapaci di contribuire al miglioramento della società nella quale viviamo. Chi guida il Paese ora dimostra per l’ennesima volta di essere totalmente scollato dalla realtà. La piaga della disoccupazione è trasversale e non colpisce solo gli ultra cinquantenni che non sono, come si è cercato di far credere nella retorica di questi giorni, all’ultimo stadio, non stanno compiendo l’ultimo tratto della loro vita. Una cosa, che la coalizione Adesso.sm dovrebbe sapere bene, visto che la riforma delle pensioni che avrebbe dovuto portare avanti, ma che poi si è arenata come tutto il resto, contemplava l’innalzamento dell’età pensionabile. Non abbiamo i soldi per pagare le pensioni e diamo un reddito di sostentamento a chi l’età pensionabile non l’ha ancora raggiunta? Chi oggi ha cinquant’anni ha davanti a sé una carriera lavorativa non così breve. 

In futuro lavoreremo oltre i settant’anni proprio perché la speranza di vita si è allungata. Poi è senz’altro vero che le imprese non assumono, ma è la cultura stessa del lavoro che va cambiata. Ci sono ancora molte aziende che licenziano le donne quando aspettano un bambino. C’è tutta una categoria di persone che ha problemi legati al lavoro e che può essere aiutata soltanto se si imprime un cambiamento vero che possa traghettare il Paese fuori dalla crisi. Al contrario delle convinzioni di qualche politico i sammarinesi, abituati a rimboccarsi le maniche, non hanno alcuna vocazione innata al reddito di cittadinanza. Certo, come diceva Pavese, lavorare stanca, tuttavia l’uomo che è inerte o paralizzato o disoccupato sente una ferita nell’anima”.

 

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