Viaggio di nozze avventura: in solitaria attraversano mezz’Italia a cavallo

Viaggio di nozze avventura: in solitaria attraversano mezz’Italia a cavallo

Una grande storia d’amore, una passione smisurata per il trekking a cavallo e un viaggio epico di due settimane attraverso mezza Italia. Sono gli ingredienti di una storia da film, realizzata da una coppia di sammarinesi, Claudia Bollini e Pierpaolo Donati, nelle scorse settimane.  

“L’ispirazione per questa avventura – racconta Pierpaolo sorridendo – è nata nel gennaio di quest’anno dopo una serata tra amici”. Il progetto? A dir poco unico. “La prima cosa che abbiamo deciso è di sposarci dopo 15 anni di fidanzamento. La seconda è di fare il viaggio di nozze con i nostri amati cavalli”. Ma non un viaggio qualsiasi. Una vera avventura, percorrendo in solitaria circa 430 km di sentieri e percorsi attraverso gli aspri territori dell’Abruzzo e dell’Umbria, tra cui molti comuni martoriati dai terremoti degli ultimi anni, fino a casa a Borgo Maggiore. Un tragitto diviso in 15 tappe durato in tutto 17 giorni.

 

Tutta l’operazione è partita il 15 giugno, giorno in cui Pierpaolo e Claudia si sono giurati amore eterno a Palazzo Pubblico. “È stato veramente il coronamento di un sogno – racconta Claudia mentre guarda con sincera emozione il suo sposo – e anche il viaggio è stato qualcosa di indescrivibile. Non pensavamo fosse così intenso, ma anche così difficile”.

Ma prima di arrivare al racconto del viaggio occorre presentare gli altri due protagonisti di questa impresa: Chamal di 14 anni e Dukha 7 anni. Sono i due Purosangue Arabi che hanno accompagnato i propri padroni sulla groppa per tutto il viaggio. “Sono come nostri figli – spiega Claudia – e anche durante l’anno se andiamo in ferie lo facciamo con loro al seguito”. Un rapporto di grande affetto, quasi di simbiosi, che è stato importante per completare un percorso tanto impegnativo per uomini e animali.

 

“Abbiamo preparato a lungo tutto quanto – continua Pierpaolo – per essere sicuri di farcela”. Per circa 5 mesi la coppia ha studiato i percorsi, prenotando le strutture per riposare insieme agli animali e soprattutto si è allenata insieme ai propri cavalli. “Ci siamo dovuti preparare atleticamente sia noi che i cavalli, perché parliamo di distanze importanti e di cavalcare tutti i giorni per due settimane”. 

 

Ed eccoci al giorno zero del viaggio: il 20 giugno 2019. L’andata è stata in auto. “Ci siamo fatti accompagnare a Santo Stefano di Sessanio, ai piedi del Gran Sasso in provincia dell’Aquila – spiegano i due protagonisti – viaggiando con il trailer per trasportare i cavalli”. E da lì è iniziata l’avventura. Il primo giorno hanno raggiunto Assergi. Nei giorni successivi hanno toccato tanti piccoli paesini dell’appenino fino a casa: Aglioni (AQ), Santa Giusta (RI), Castelluccio di Norcia (PG), Castelvecchio (PG), Colfiorito (PG), Nocera Umbra (PG), Valfabbrica (PG), Ponte d’assi (PG), Pietralunga (PG), Città di Castello (PG), Sansepolcro (AR), Badia Tedalda (AR), Carpegna (PU), Monte San Paolo (PU) per poi giungere a casa. Tutto attraverso percorsi solo in parte segnalati e battuti. “Nella pianificazione – racconta Pierpaolo – siamo partiti dai sentieri già esistenti. In particolare fino a Nocera Umbra abbiamo seguito il Sentiero Italia. Da Nocera fino a San Sepolcro abbiamo cavalcato lungo la via Francigena e poi da San Sepolcro a San Marino i sentieri che conosciamo”. Ma non sempre c’erano sentieri mappati. “Più di una volta abbiamo dovuto improvvisare, seguendo il Gps, le cartine cartacee e il nostro istinto. Solo una volta abbiamo avuto problemi con la sentieristica, per via di una frana – continua l’uomo – perdendo un bel po’ di tempo”. “Ma in un viaggio così lungo può succedere”, aggiunge la moglie.

 

Un viaggio spartano, impegnativo, a ritmo lento, immersi nella natura e tra i paesi e le genti martoriate dal terremoto. “Abbiamo percorso circa 30 km al giorno, per circa 7 ore di viaggio quotidiane. Solitamente partivamo la mattina presto poco dopo l’alba e ci fermavamo nel primo pomeriggio, per evitare le ore più calde della giornata e per consentire ai cavalli di recuperare le energie in vista della tappa successiva”. 

Con bagagli ridotti al minimo: “Abbiamo portato dietro il minimo indispensabile – spiega Claudia – come oggetti per il primo soccorso, qualche utensile e attrezzatura, un cambio di vestiti. Tutto per circa 15 kg a testa. Poco peso per ridurre lo sforzo dei cavalli”. Come strumentazione per orientarsi nel viaggio sono state usate cartine tradizionali scala 1:50, Gps, smartphone con Google maps.

 

E gli alloggi? “Fondamentalmente abbiamo dormito in agriturismo. Tranne che a Santa Giusta, nei pressi di Amatrice, dove una famiglia del posto ci ha ospitato in una casetta della Caritas per i terremotati. Ci hanno accolto, rifocillato e rincuorato. Ricevere una accoglienza del genere da gente che ha perso tutto è da pelle d’oca” racconta la donna visibilmente emozionata. Il terremoto e le sue conseguenze sono state ben presenti nel viaggio. “È molto peggio di quello che si vede in tv. Attraversare questi paesi fantasma fa venire il magone. Ma nonostante tutto le persone hanno una accoglienza e una disponibilità senza pari. Un atteggiamento a cui non siamo abituati oggi giorno… Pensa che c’è chi ci è venuto a conoscere di persona facendo diversi km. A San Sepolcro c’è anche chi ci ha trasportato con il trailer per superare 12 km di asfalto”.

 

Castelluccio di Norcia vista dagli sposi

 

Anche per questo, ma non solo, il viaggio è stato un turbinio di emozioni. “Viaggiare a questo ritmo calmo consente di vivere le persone, i luoghi, gli animali con un animo diverso. Rallenti, ascolti, rifletti. È qualcosa che ti cambia nel profondo”. A rendere tutto più difficile è stata la morte di una cara amica della coppia, Priscilla, a metà del viaggio. “Era anche lei una amazzone. Abbiamo pensato di lasciare tutto e tornare a casa ma sapevamo che lei non avrebbe voluto. Il suo addio è stata una motivazione in più nei momenti difficili. Ed è a lei vogliamo dedicare questo viaggio”.

 

Il 7 luglio, dopo 17 giorni di viaggio e di bel tempo, la coppia – insieme ai loro cavalli – è ritornata a casa. “La soddisfazione principale, oltre a quella di avere concluso il viaggio, è di avere riportato a casa i nostri cari cavalli senza alcun problema. Questo è stato merito della quotidiana cura maniacale per animali e attrezzature. Infatti a conclusione di ogni giornata era d’obbligo docciare i cavalli e pulire accuratamente i finimenti”.

 

Gli ultimi metri del viaggio

La coppia ora spera che questa straordinaria esperienza sia di stimolo, soprattutto per i giovani, per scoprire l’equitazione ed in particolare il trekking a cavallo. “È un modo incredibile per viaggiare. Occorre avere un po’ di spirito di adattamento e di avventura ma la ricompensa è veramente senza paragone”. Proprio in questa ottica i due hanno pubblicato le mappe di tutte le 15 tappe sul sito dedicato wikiloc.com e sul proprio profilo Facebook.
Un dono per chi vorrà tentare di vivere le stesse incredibili emozioni.

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