“Increduli che un insegnante possa argomentare posizioni così lontane dal modello educativo umanistico su cui la scuola è fondata”.
A dirlo sono alcuni insegnanti di San Marino, che dopo aver letto l’intervento del collega Claudio Mancini, esprimono in una lettera “stupore per il tono e la forma dell’articolo, che cita l’Organizzazione mondiale della sanità, salvo poi interpretarne le linee guida in maniera arbitraria e personale; e imbarazzo per la chiusa finale, che cita a caso testi presi da internet, senza considerare che la prima regola di un testo è mai citare articoli senza fonte e che siano solo basati su opinioni riportate”.
Alla critica di Mancini sull’educazione sessuale così come è regolata dalle indicazioni dell’Oms, Francesca Barulli, Simona Benzi, Martina Bollini, Maria Elena D’Amelio, Luca Pasquale, Valentina Rossi, Angela Signorotti e Alessandro Simoncini rispondono di essere felici di sapere che “stiamo finalmente emancipandoci dalla cultura millenaria legata a una sessualità genderizzata e patriarcale”.
L’educazione sessuale, ribattono i docenti, “si preoccupa, quindi, di aiutare i bambini e i ragazzi a conoscere la propria sessualità, che è parte integrante dell’esperienza umana, a comprenderla e a viverla in maniera positiva, senza sensi di colpa, repressioni, blocchi e stereotipi; mira cioè a proporre conoscenza per vivere in maniera serena e rispettosa di tutti”.
Infine, gli insegnanti dichiarano che qualunque critica alle attività sinora previste nelle scuole sammarinesi “non possa e non debba essere accampata come scusa per esautorare, con toni catastrofisti e oscurantisti, le iniziative, ma debba anzi spingere la scuola, le famiglie e le istituzioni a un maggior impegno di tutti per potenziare e migliorare l’offerta formativa, così da creare momenti e spazi per fare educazione sessuale sempre meglio e nel modo più utile ai ragazzi”.