Riforma urne, al tavolo spuntano accordi sotterranei per la crisi
Pedini Amati si è visto bocciata la proposta di tornare al 3,5% di sbarramento e avrebbe cominciato a lanciare velenose frecciate a Morganti e Ciacci
ANTONIO FABBRI. Sembra che rimanga pressoché tutto com’era nella legge elettorale, compresa la discriminazione delle tre preferenze per gli interni e una per gli esteri. Resta di certo lo sbarramento al 5% – pietra dello scandalo di quanto sembra sia accaduto ieri al tavolo – e probabilmente salterà la vincolatività della dichiarazione di alleanza pre-elettorale. Il sistema torna, se il quadro verrà confermato nel Consiglio che si apre domani ed ha all’odg gli aggiustamenti della stessa legge elettorale, a un proporzionale puro o giù di lì, con gli accordi di governo che si faranno dopo il primo turno e il ballottaggio che nella pratica scomparirà, considerato che nessuno avrà più interesse ad andare al secondo turno potendo fare accordi senza il vincolo della scelta degli elettori. Quindi i governi non saranno più scelti dai cittadini, ma questo lo si sapeva già, grazie al referendum il cui significato è stato distorto da una propaganda per la richiesta di voto contro Adesso.sm, risultato politico che, dati alla mano, non c’è stato. (…)
Tratto da L’informazione di San Marino
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