“La riconferma per San Marino del rating da parte di Fitch era un risultato per nulla scontato, fino a qualche settimana fa. Anzi”.
Lo scrive Libera in un comunicato, aggiungendo: “Nei corridoi di palazzo, alla luce delle difficoltà nell’impostare le riforme strutturali a causa del clima di scontro e della grave crisi di una banca di dimensioni significative come il CIS, serpeggiava nei mesi scorsi il timore fondato di un declassamento.
Declassamento che avrebbe fatto uscire la Repubblica da quella cerchia di Paesi considerati “investment grade”, ritenuti cioè credibili da parte di investitori istituzionali.
Scendere sotto la soglia minima per un Paese che necessita forzatamente di un’iniezione di liquidità per rilanciare l’economia e gli investimenti pubblici, avrebbe due conseguenze: da un lato la perdita di sovranità, dovendosi rivolgere forzatamente ad investitori privati; dall’altro l’impossibilità di stipulare un prestito a tassi sostenibili per un’economia come la nostra”.
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