San Marino. Enzo Alberto Pasquali (NPR): “Legalizziamo la cannabis”

San Marino. Enzo Alberto Pasquali (NPR): “Legalizziamo la cannabis”

 

Lei se non sbaglio è operaio. Come nasce questa passione per l’agricoltura?

“Negli ultimi tre anni ho ricoperto il ruolo di commissario CRAA (Commissione risorse agricole ed ambientali). Questa esperienza mi ha fatto capire quanto importante e composto da persone incredibili sia il settore agricolo. Inoltre con alcuni amici ho intrapreso un paio di progetti altamente innovativi ma che al contempo stanno perfettamente nella tradizione contadina… talmente curiosi da non sembrare veri. Ho potato e vendemmiato, ho raccolto l’oliva e arato, ho fatto l’orto familiare e vangato tanto, ma tanto! Nel frattempo ho ascoltato, ho studiato e ho dibattuto su tanti argomenti.

Questo percorso ha maturato in me delle idee che penso possano essere utili per dare al settore agricolo lo slancio di cui ha bisogno”.

 

Quali sono queste idee?

“In gran parte sono contenute nel programma di Noi per la Repubblica. Ad esempio occorre permettere l’assunzione temporanea di uno o più dipendenti nei periodi di picco lavorativo in base alle colture o allevamenti. Dobbiamo puntare sul biologico, con incentivi in base al progetto imprenditoriale e il suo andamento nel corso degli anni. Facendo questo le poche risorse concesse al comparto, frutterebbero al massimo.

In questo modo i nostri prodotti sarebbero ancora più eccellenti. Parallelamente dobbiamo potenziare il marketing per fare sì che siano più conosciuti e venduti, collegando le nostre aziende con una via o una ciclo-via enogastronomica, aprendo nuovi mercati.

Poi ci sono leggi da aggiornare come quella che fissa in 6 ettari il minimo per ottenere la licenza di imprenditore agricolo. È un limite che ostacola i giovani ed è fuori luogo se pensiamo alla diffusione di culture ad alto valore aggiunto come quelle orticole o allo zafferano.

 

A proposito di piante ad alto valore aggiunto, c’è chi propone apertamente la legalizzazione della cannabis a San Marino. Che ne pensa?

“La cannabis non va demonizzata. Se ci si ferma a riflettere senza pregiudizi ci si rende conto che può essere una risorsa incredibile. Su vari piani.

Ad esempio in sanità, per i suoi effetti nella terapia del dolore. Dal punto di vista agrario è una pianta che arricchisce i suoli in cui viene coltivata e che può crescere rigogliosa, come dimostrano le piantagioni legali appena fuori dal confine nella zona di Montescudo”.

 

È favorevole anche all’uso così detto ludico?

“Io credo che una volta superati i pregiudizi con la coltivazione della cannabis terapeutica, saremo pronti anche per quella ludica, ovviamente con tutte le regole del caso. Ad esempio per me lo Stato dovrebbe avere il monopolio del settore, decidendo le quote che ogni agricoltore può produrre, controllando la qualità e gli esercizi che la commercializzano. Non punterei su grosse quantità personali consentite, quanto sul consumo in appositi locali (coffee shop) che possono essere aperti solo nei centri storici, per potenziare l’afflusso commerciale e anche per facilitare i controlli. Così attireremmo visitatori ed investimenti che generano economia sul territorio”.

 

E come facciamo con la sicurezza?

“Innanzitutto penso che la cannabis ludica andrà coltivata nei capannoni, con il metodo idroponico ovvero fuori suolo. In questo modo riqualificheremmo anche le aree industriali. Poi occorrono massimi controlli da parte dello Stato e pene severe per chi sgarra come chi vende ai minori o chi produce/vende in nero fuori territorio.

Ovviamente rimarrebbero i divieti di guida dopo l’uso di cannabis. Per questo occorre potenziare il trasporto pubblico.

Così come andrà predisposto un intenso e capillare programma di educazione/informazione nelle scuole per spiegare i pericoli dell’uso e abuso di sostanze psicotrope”.

 

Pensa che i sammarinesi siano favorevoli a tutto ciò?

“Non lo so ma so che in tanti oggi fanno uso di cannabis illegalmente, foraggiando la criminalità organizzata con prodotti che non si sa da dove vengono e cosa contengono. Comunque ritengo che sia fondamentale che siano i sammarinesi ad esprimersi, perché no con un referendum.

È una sfida ardua ma se facciamo le cose come si deve può essere l’arma di salvezza di questo paese”.

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