San Marino. Coronavirus, Rf: “Serve un progetto”

San Marino. Coronavirus, Rf: “Serve un progetto”

Rf: “Serve un progetto che ci dica cosa sarà della nostra Repubblica”

ANTONIO FABBRI – Conferenza stampa in conference call per Repubblica futura che mercoledì, con la stessa modalità, ha riunito la propria assemblea.
“Abbiamo riunito gli aderenti istruendo anche i meno avvezzi a questo tipo di tecnologia e abbiamo riscontrato una presenza media di una cinquantina di persone collegate”. Un segnale che il coordinatore di Rf, Matteo Fiorini, valuta come una forte volontà di comunicare e di partecipare attivamente alla vita del Paese.
“Riteniamo che sia un dovere da parte di un movimento rappresentato in Consiglio rivolgersi alla cittadinanza con i mezzi a disposizione e farlo esercitando il nostro ruolo di controllo e proposta, ma innanzitutto di rappresentanza rispetto ai cittadini che, per nostro tramite, possano vedere le loro istanze trattate nella sede politica Nostro dovere è quello di avanzare spunti e proposte senza dover essere per questo tacciati di opportunismo politico o accusati di esser mossi da motivazioni propagandistiche. Allo stesso modo l’unicità di questa situazione richiede a chi governa di non trasformare questa pandemia in una propaganda al contrario, in una politica comunicativa del ‘va tutto bene, abbiamo fatto il massimo, abbiamo fatto il meglio’. Così come l’opposizione – ha detto Fiorini – non deve cercare visibilità fuori luogo, allo steso tempo governo e maggioranza devono fare lo stesso, senza mandare messaggi che non aderiscono alla realtà. Crediamo che il Paese sia sufficientemente maturo per iniziare a porre una serie di domande, senza essere disfattisti, su come viene gestita l’emergenza dal punto di vista politico, economico, sanitario e valutare quanto è stato fatto e come sarà la gestione futura”.

Sul piano politico “la volontà di chi ci governa – rileva Fiorini – è stata quella di non richiedere alcun tipo di coinvolgimento dell’opposizione. Modalità che sarebbe già discutibile in tempi normali, ma che diventa inaccettabile in tempi come questi. Finché non c’è volontà di confronto noi continuiamo a porci delle domande con lo spirito di risolvere i problemi”. Pare quindi emblematico “che una maggioranza dai numeri amplissimi, appena nata, abbia messo mano sul Collegio Garante e poi sul Consiglio Giudiziario e non si sia fatta problemi, dimostrando che sul tema giustizia le idee sono chiarissime. Non ha guardato in faccia a nessuno. Non vorremmo che il silenzio che registriamo su temi di altro tipo, come le risposte da dare a imprese, ai commercianti, al pubblico impiego… non vorremmo che questa assenza di risposte tradisse la difficoltà a trovare posizioni condivise all’interno di una maggioranza così variegata. Infatti se il 10% della determinazione avuta sul settore giustizia ci fosse stata sull’emergenza, avremmo già qualcosa di concreto. Non vorremmo finisse per confermare un cattivo presagio: che il vero elemento che fa da collante sia l’interesse su certi tipi di settori dove ci sono certi tipi di interessi particolari. Noi continueremo il nostro ruolo. Pensiamo che sia finita una fase dell’emergenza e ne inizi una nuova dove speriamo che ciascuno si assuma la propria responsabilità. Rf è pronta ad assumersi la propria”, ha concluso Fiorini.

 

“Il nostro atteggiamento – ha proseguito Andrea Zafferani – è stato quello di non andare a cercare colpi di teatro e frasi ad effetto, anche se non tutto è andato bene in questo mese. Un paio di settimane fa abbiamo reso noto un documento di proposte per provvedimenti che diventano sempre più essenziali man mano che le imprese continuano ad essere chiuse. Certamente – rileva Zafferani – vedere lo scoppio di focolai in ospedale lascia qualche riflessione aperta sul fatto che non tutto abbia funzionato. Mentre sul piano economico, se non si pongono in essere interventi sostanziosi e concreti, ci troveremo in una depressione economica come credo San Marino non abbia mai vissuto dal dopoguerra ad oggi. Fuori da qui, dovunque stanno cercando di sostenere economia. Da noi, invece, si registrano tagli alle retribuzioni, tagli alle indennità, ma zero elementi di sostegno a imprese ed economia. Solo un piccolo differimento dei pagamenti. Da noi gran parte delle imprese industriali è rimasta aperta, sicuramente per ragioni economiche, anche se questo ha obiettivamente aumentato il rischio sanitario. Per le aziende chiuse che hanno un calo o l’azzeramento della domanda, ci sono rischi inimmaginabili. Ebbene, per queste non è stato previsto nulla”.

Poi c’è il problema liquidità. “Non è più questione di incentivi – dice Zafferani – ma la liquidità è necessaria per garantire la sopravvivenza delle imprese. Le aziende non hanno liquidità perché non lavorano. Se non si interviene, la crisi per le aziende sarà pesantissima e si tradurrà e in una forte crisi di entrate per lo Stato. Il governo ha lasciato sola l’economia. Vedendo questo ci chiediamo se il governo abbia capito i rischi dal punto di vista economico, della disoccupazione e delle entrate per lo Stato. Al di là di annunci, cuoricini, bandierine, ‘andrà tutto bene’… non c’è niente per l’economia. Raccogliamo il grido di dolore di associazioni e professionisti. Le nostre idee sono state messe a disposizione e continueremo a farlo, sperando che vengano considerate. Noi, però, oggi non abbiamo ancora la minima conoscenza di come e quando sarà valutata la riapertura delle attività economiche da parte del governo”, dice Zafferani.

 

“Noi abbiamo cercato di mantenere silenzio dall’inizio di questa emergenza. Abbiamo anche detto che siamo a disposizione nel rispetto dei ruoli. Questo messaggio non è stato minimamente colto – evidenzia Nicola Renzi – Credo che anche per molti sammarinesi la retorica quotidiana del ‘va tutto bene’ e delle certezze assolute debba cedere il passo alla verità e alla lettura dei dati, non solo quelli sanitari, ma tutti quelli del sistema Paese, altrimenti credo proprio che quando finirà il confinamento, la situazione sarà drammatica”.

Poi il capogruppo di Rf aggiunge: “Serve un progetto paese a lunga portata che ci dica appunto cosa ne sarà della nostra Repubblica. Competenza di chi gestisce cosa pubblica è dire che cosa vorrà fare. Su due punti non abbiamo sentito alcuna risposta: l’inserimento della Repubblica nel contesto della politica internazionale degli aiuti e, dall’altro lato, sulle misure interne che abbiamo assunto. Ci sembra proprio che questo progetto Paese non ci sia o non sia stato ben spiegato. I Decreti visti fino ad oggi – rimarca Renzi – sono insufficienti. Per una prima ragione, perché alcuni cittadini di San Marino lasciati completamente soli: codici operatori, liberi professionisti, commercianti, attività turistiche. Alcuni operatori rischiano di perdere la stagione intera, altri rischiano di non riaprire a fine emergenza e ad oggi sono lasciati soli. Poi le decurtazione di malattia, anche per coloro, medici e infermieri, che sono in prima linea nella lotta all’epidemia”.

Se nella pubblica amministrazione un contributo di solidarietà si fosse pensato e studiato, sarebbe stato opportuno. Ma denota improvvisazione il fatto che siano stati chiusi alcuni uffici essenziali, probabilmente per fare cassa e non pagare i dipendenti, o che ad alcune categorie, come gli insegnanti che hanno garantito la didattica a distanza, sia stato decurtato stipendio del 40%, senza concertarlo con nessuno”.

Rilievi, inoltre, sulla politica estera. “La nostra collocazione internazionale: non riusciamo a capire quali vie abbia voluto percorrere il governo per riuscire a trovare aiuti. Oggi dobbiamo sapere se la via dell’indebitamento pubblico il governo intenda percorrerla o no. Occorre sapere se ha chiesto degli aiuti, se ha avuto risposte positive o negative, se si praticherà la via dell’indebitamento e, se sì, con chi. Devo dire che vedere il Ministro Di Maio a Pratica di Mare con l’ambasciatore russo accogliere gli aiuti da quel paese e vedere che allo stesso tempo a San Marino non giunge nulla da quel Paese con cui avevamo ottimi rapporti, mi lascia perplesso. Chi deve fare le cose le faccia. Se questo colpo di reni non arriverà in tempi molto rapidi non sarà solo l’emergenza sanitaria a doverci preoccupare”.

 

Oltre al governo, tuttavia, ci sono anche enti che hanno la responsabilità della tenuta del sistema economico. In particolare Banca Centrale, anche se da Via del Voltone fa rumore l’assoluto silenzio sui temi economico-finanziari di pertinenza legati all’emergenza. “Su che cosa stia facendo Banca Centrale non sappiamo nulla, e non avendo dati pertanto facciamo fatica a commentare. È certissimo, però che, non solo oggi, il compito fondamentale della Bcsm non è solo quello di fare il guardiano, ma anche quello di sostenere il sistema. Quindi trovare linee di liquidità, e questo è sempre stato chiesto da tanti governi a Bcsm ma con scarsi risultati, e di cercare accordi con enti omologhi. Questo certamente sì. Aggiungo che sono convinto che se tutti subiscono tagli, quei tagli li debbano subire anche quegli enti partecipati dallo Stato come la Banca Centrale”.

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