Seduta mattutina di venerdì 22 maggio

Seduta mattutina di venerdì 22 maggio

COMUNICATO STAMPA

 

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 19-20-21-22 E 26 MAGGIO 2020

 

SEDUTA DI VENERDI’ 22 MAGGIO 2020 – MATTINA

 

     I lavori del Consiglio Grande e Generale ripartono dall’esame dell’articolato del Decreto – Legge n.67 del 3 maggio 2020: “Interventi in ambito di lavoro e pensioni a supporto dell’emergenza economica causata dal Covid-19”. Ad accendere la discussione è anzitutto  l’articolo 2, con le opposizioni che sollevano dubbi sulla penalità del 15% per il datore di lavoro che non ottemperi all’obbligo al pagamento dell’indennità di integrazione salariale (non applicabile nel caso in cui non vi sia la disponibilità su conti correnti personali o aziendali) e sulla procedura per la verifica dell’insussistanza della disponibilità tramite verifica bancaria in deroga alle norme sulla riservatezza. “Abbiamo ritenuto di far prevalare il concetto politico rispetto a quello giuridico – afferma il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini – per tutelare maggiormente i lavoratori in una situazione emergenziale”. Su quest’ultimo punto, in particolar, dopo alcuni minuti di sospensione, maggioranza e opposizione riescono a trovare la quadra attraverso una modifica – precisa Alessandro Scarano (Pdcs) – che va “a tutelare il principio dell’autonomia perfetta”.

    Toni accesi anche sull’Articolo 3 (“Misure straordinarie a tutela dell’occupazione interna”), con Libera e Rf che chiedono l’abrogazione di una norma che va verso “il superamento della liberalizzazione del mercato del lavoro”. Nicola Renzi (Rf) parla di  “revanscismo e revisionismo”. “Questa è una visione assolutamente illiberale” aggiunge. “Non possiamo tollerare il fatto che a casa stiano 1.200 sammarinesi” replica il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini il quale invita Renzi a “venire a guardare negli occhi i sammarinesi licenziati”. “Se essere illiberale vorrà dire una tutela maggiore nei confronti delle famiglie sammarinesi – conclude – allora sarò illiberale”. “Non mi stupisce che una forza conservatrice voglia tornare al passato, al controllo dei dipendenti da parte del Congresso di Stato” afferma Rossano Fabbri (Libera). Giuseppe Maria Morganti (Libera) ricorda che “quella norma ha dato la possibilità di essere assunti senza passare attraverso le forche caudine della Commissione lavoro”. “Il diritto al lavoro – è la posizione di Andrea Zafferani (Rf) – si garantisce non ponendo obblighi alle imprese ma creando un sistema che permetta loro di investire sul territorio e creare occupazione”. “Non si tratta di un progetto di legge, ma di un decreto legato al Covid-19” precisa Gian Matteo Zeppa (Rete). “E’ una norma che serve a creare una forma di recinto per alcuni mesi durante i quali ci saranno valutazioni diverse – dice Francesco Mussoni (Pdcs) -. Sosteniamo l’intervento consapevoli che si tratta di una norma transitoria e temporanea”. Eva Guidi (Libera) teme tuttavia che “ci si possa nascondere dietro la situazione dell’emergenza per fare interventi che difficilmente potrebbero essere portati avanti”. Alle 12.30 i lavori vengono sospesi.

Di seguito una sintesi degli interventi

Comma 2: Ratifica Decreti Delegati e Decreti – Legge

Decreto – Legge 3 maggio 2020 n.67 – Interventi in ambito di lavoro e pensioni a supporto dell’emergenza economica causata da COVID-19

Maria Katia Savoretti (Rf): Più volte come opposizione abbiamo chiesto di condividere con noi le scelte più importanti. Questo è stato fatto in diverse occasioni. Mai da parte del Governo questo atteggiamento c’è stato. Opposizione ha tutto il diritto di esercitare nell’Aula il compito che il mandato consigliare gli affida. In questo momento quello che sta facendo l’opposizione è una critica e le critiche devono essere viste come costruttive. Non si vuole annullare ciò che è stato fatto. Sappiamo tutti che ci troviamo in un momento difficile. Siamo sempre stati all’oscuro di quello che veniva fatto.

Nicola Renzi (Rf): Chiediamo che la misura di integrazione salariale concessa sia del 75%. Le somme dovute a titolo di retribuzione non possono essere inferiori a 900 euro anziché 500. E’ ciò che avevamo già proposto in fase di ratifica del decreto 62. Aumenta la percentuale di retribuzione salariale. A nostro avviso abbiamo detto quelli che possono essere gli strumenti per reperire internamente ed esterne le risorse.

Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: Emendamento molto semplice. Si è generato un problema di forma: dobbiamo correggere l’articolo 1 nel titolo. Solo un emendamento di correzione.  Portare di nuovo a quelle percentuali, in una fase ancora più complicata della pandemia, chiaramente non è sostenibile nella logica di una proiezione. La logica è quella di conquistare del tempo per affrontare i mesi più difficili post-Covid e procedere con l’attività di recupero finanziaria mantenendo l’equilibrio rispetto alle condizioni dei lavoratori.

Andrea Zafferani (Rf): Noi abbiamo previsto di prevedere il ritorno della cassa integrazione all’importo normale superato il trimestre. Ovvero che il 30 giugno questo articolo cessi di avere efficacia e si torni alle percentuali standard.

Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: Il fatto di aver portato misure di tutela al 31 dicembre, andando ben oltre i mesi della legge ordinaria, è perché dobbiamo rispondere alla tutela delle persone.  Ritengo non ricevibili gli emendamenti.

Andrea Zafferani (Rf): La proposta è di tornare alla normalità non di eliminare la cassa integrazione.

Marika Monttemaggi (Libera): L’indennità viene erogata già dall’ISS. Però il datore di lavoro ha questa penalità. Pensiamo che come hanno fatto realtà fuori dalla nostra se vogliamo aiutare le imprese dovremmo cercare di evitare di far sobbarcare alle imprese ulteriori sanzioni. Se andiamo a controllare in deroga rispetto alla materia della riservatezza bancaria, facciamo qualcosa di non coerente con il periodo di difficoltà che stiamo vivendo. Dovremmo essere più disponibili e comprensivi rispetto alle aziende.

Andrea Zafferani (Rf): In questa fase di difficoltà la CIG dovrebbe poter essere erogata dall’ISS senza applicazione di penalità. Ad oggi come noto il datore di lavoro deve anticipare l’importo della cassa integrazione potendosi rivalere sui contributi dei lavoratori: l’uscita però c’è subito e non tutti riesconoa  farvi fronte. Il comma 4 non dovrebbe esserci secondo il nostro punto di vista e ne proponiamo l’abrogazione.

Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: Noi facciamo in modo che le regole non si stravolgano. Se uno dimostra di non riuscire a far fronte agli impegni nei confronti dei propri dipendenti e non avere un aggravio, io credo che sia agevolante. Se voi ritenete che il rischio è di non tutelare le imprese e l’ISS, è come dire mettersi delle pezze sugli occhi. L’ISS non può fare da banca in tutte le situazioni e in maniera incondizionata.. Come azienda devo dimostrare di non potere accedere a delle risorse per assolvere ai miei obblighi.

Alessandro Bevitori (Libera): Lodevole il principio di voler sgravare l’azienda da un aggravio. Però Segretario la devo correggere: non è lo Stato che fa da banca all’azienda, ma l’azienda che fa da banca allo Stato. Quel pagamento è di competenza dell’ISS. Chiedere i conti correnti personali dei soci: si sta creando un pericoloso precedente. Non è una cosa grave di per sé. Però per chi ci guarda dall’esterno, vedere che un Paese con un decreto d’emergenza, andando a scavalcare l’aspetto patrimoniale dei soci, non è una bella cosa.

Nicola Renzi (Rf): Il Governo stabilisce un aggravvio e dice come evitarlo. Ma il ‘se’ è talmente grande, che purtroppo l’opinione che si potrebbe fare a primo colpo d’occhio è che tutti questi strumenti di protezione creati siano stati ingegnati in maniera talmente complessa da essere inapplicabili.

Alessandro Scarano (Pdcs): In merito alle considerazioni espresse dai colleghi. Si può fare una integrazione per cercare di andare incontro in qualche modo alla norma del diritto societario.

Segretario di Stato Roberto Ciavatta: Alcune considerazioni. Ovviamente come in ogni trattativa con le parti è stato al centro dell’attenzione del dibattito per almeno due settimane. Gli elementi sono questi. La Cassa integrazione guadagni è finanziata dalla Cassa ammortizzatori sociali che è stata usata negli ultimi dieci anni per mascherare le perdite dell’ISS. Quella Cassa non c’è più. Abbiamo versamente contributivi per 9 milioni di euro al mese. Se non stabiliamo che ci sono dei limiti nella fruizione, e diciamo anche se non paghi ci pensiamo noi, avremmo la certezza che nessuna azienda versi il pagamento da qui al 31/12. Mancano milioni di euro che avete usato per coprire i buchi di bilancio dell’ISS. Non possiamo far finta che non avete mascherato per anni i conti dell’ISS.

Andrea Zafferani (Rf): La cassa di compensazione è un’altra cosa. E’ stata usata per non caricare di ulteriori oneri il datore di lavoro e i suoi dipendenti. Diciamo le cose come stanno, Segretario. Il fondo ammortizzatori è stato usato solo per gli ammortizzatori. Se lei dice Segretario che le risorse non bastano, possiamo fare dei ragionamenti. Non si può dire che il fondo ammortizzatori sociali è stato usato per altre cose. Quello che noi proponiamo è che i datori di lavoratori possano non pagare  la Cig non che non debbano più pagare i contributi.

Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: Sentire dire che abbiamo violato stati di diritto o di stato liberale, mi piacerebbe aprire intere parentesi. Sapete benissimo che anche io conosco il concetto di separazione tra patrimonio personale e societario. Qui c’entra solamente la tutela e l’equilibrio del Paese per rispondere a determinate esigenze, abbiamo adottato una misura straordinaria per chi dichiara di non essere nella possibilità liquida di pagare. Chiedo un minuto per trovare la soluzione migliore al punto 4 dove si parla della società di capitali.

La seduta viene sospesa per alcuni minuti.

Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: Ci siamo confrontati. Purtroppo però se vogliamo rispondere ad una circostanza emergenziale, credo che in questo momento debba prevalere il concetto politico. Comprendiamo benissimo la sostanziale differenza tra concetto giuridico e politico, ma in questo momento vi chiediamo di far prevalere il concetto politico nei confronti delle persone che hanno davvero bisogno.

Marika Montemaggi (Libera): Almeno è stata fatta chiarezza su un concetto che è molto pericoloso. Una cosa che vista dall’esterno è molto pericolosa. E’ una differenza tecnica sostanziale. I fondi degli ammortizzatori sociali sono segregati, hanno una loro destinazione, sono stati usati al massimo per pagare i deficit dei fondi, non si può dire che sono stati usati per pagare i deficit dell’ISS, spero di avere capito male.

Andrea Zafferani (Rf): Mi ero illuso si potesse trovare una soluzione che ci potesse consentire di preservare le regole del diritto societario, così non è stato. Andiamo a superare il principio di separazione tra patrimonio dei soci e patrimonio della società.

Penalità del 15% per il datore di lavoro che non ottemperi all’obbligo al pagamento dell’indennità di integrazione salariale (non applicabile nel caso in cui non vi sia la disponibilità su conti correnti personali o aziendali). Procedere alla verifica dell’insussistanza della disponibilità tramite verifica bancaria in deroga alle norme sulla riservatezza.

Superamento della liberalizzazione del mercato del lavoro

 sono sospese le procedure per l’assunzione nominativa di personale non iscritto alle liste di avviamento al lavoro

Alessandro Scarano (Pdcs): Abbiamo cercato una soluzione. Quello che dice il Segretario di Stato è una sacrosanta verità. Il meccanismo della cassa integrazione si può prestare ad abusi. Questo deve essere un elemento da valutare e non può andare in contrasto con un principio generale del diritto societario. Si potrebbe prevedere una riformulazione del Comma 4. Andiamo a togliere una verifica sul conto corrente personale e del socio persona fisica. Così andiamo a tutelare il principio dell’autonomia perfetta.

La seduta viene sospesa per alcuni minuti

Stefano Giualinelli (Pdcs): Abbiamo accolto il rilievo fatto dall’opposizione sul tema dell’autonomia perfetta e del capitale dei soci.

Rossano Fabbri (Libera): Opportuno sottolineare la bontà del lavoro fatto da maggioranza e opposizione. Sintomo di grande intelligenza da parte del Governo tornare sui propri passi e correggere una discrasia. E’ evidente quali erano le finalità.

Nicola Renzi (Rf): Grazie alla presentazione degli emendamenti da parte dell’opposizione è stato possibile trovare una quadra su una impostazione politica. Ringrazio quei consiglieri della maggioranza che hanno voluto prestare ascolto e suggerire al Governo di conformarsi alla soluzione.

Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: L’Aula prevale sempre: il concetto politico rimane sempre ma viene alleggerito.

Art 3

Marika Montemaggi (Libera): L’articolo 3 è una scelta politica che non condividiano che va a superare la liberalizzazione del mercato del lavoro. Tutti condividiamo il principio della tutela dell’occupazione interna, ma questo tipo di misura per molte aziende è sicuramente problematico. Dare di nuovo la discrezionalità alla Commissione è un passaggio che non va fatto in questo momento.

Nicola Renzi (Rf): E’ uno degli interventi macroscopici. E’ indubbiamente una visione politica. Una visione di società, di come una persona intende il lavoro. Io credo che sia profondamente non utile per il nostro Paese. C’è una forte di revanscismo e revisionismo. OSLA ha ricordato più volte quanti passi indietro faccia fare questa norma rispetto alla libertà di impresa. Questa è una visione assolutamente illiberale.

Gaetano Troina (Domani – Motus Liberi): Con questo emendamento si afferma che la sospensione si applica sulle richieste presentate a partire dall’entrata in vigore del decreto-legge con esclusione nei riguardi di amministratori  e soci di società, personale stagionale già assunto in anni precedenti, eventuale distacco o trasferimento di dipendenti  all’interno della società del gruppo.

Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: Vado subito a rispondere alle considerazioni del collega Renzi. La normativa risponde ancora di più a una emergenza di carattere nazionale e guarda ancora di più alla tutela dei lavoratori del nostro Paese. Faccio fatica a digerire le sue affermazioni, Renzi. Una norma che nel 2018-19 ha avuto una esposizione verso l’alto di un numero come il 70% dei nuovi occupanti. Lo ritengo difficile da comprendere. Se lei vuole venire a partecipare alle mobilità che dal periodo posto Covid, a guardare negli occhi dei sammarinesi in prevalenza licenziati, perché a quel punto la scelta tra un lavoratore frontaliero assunto con stipendi bassissimi e un sammarinese con stipendi più alti, la scelta dell’azienda è quella di lasciare a casa il sammarinese per più dell’80 per cento. Se questo è illiberale, allora sarò illiberale se vorrà dire una tutela maggiore nei confronti delle famiglie sammarinesi. Non possiamo tollerare il fatto che a casa stiano 1.200 sammarinesi. Mantenere un concetto come il 4 e mezzo per cento è assolutamente ripudiante.

Rossano Fabbri (Libera): Non mi stupisce che una forza conservatrice voglia tornare al passato, al controllo dei dipendenti da parte del Congresso di Stato, incentrando la normativa sulla discrezionalità della Commissione. C’è un ritorno al passato con il Congresso di Stato che torna ad essere egemone. Noi siamo per uno Stato garante delle regole del gioco dell’economia. Lo Stato deve mettere un’azienda nelle condizioni di potere assumere chi ritiene essere più utile per l’azienda stessa. Ci sono altri metodi per raggiungere quello che dice lei Segretario.

Alessandro Bevitori (Libera): Il principio prima i sammarinesi è sacrosanto. Perché non tutelarci? Il vero problema è che lei Segretario sta facendo un torto ai sammarinesi. Oggi con questo provvedimento vorrà dire che l’azienda sammarinese, se avrà difficoltà e non sarà competitiva, l’azienda non aprirà e ci saranno quindi meno assunzioni. La prego Segretario di non fare della demagogia. Noi abbiamo regolarizzato coloro che lavoravano in nero. Questo è un vantaggio per tutti.

Marika Montemaggi (Libera): Il rischio è di tornare ad essere ingessati in passaggi burocratici come un ritorno alla Commissione lavoro dove c’è per forza una discrezionalità. In questa emergenza Covid ciò che ha fatto leva è stata la necessità di garantire la mobilità dei lavoratori.

Iro Belluzzi (Npr): Trasferire tutto all’interno della Commissione del lavoro non è la soluzione, mi auguro si possa trovare una soluzione sinergica nel coadiuvare anche quei percorsi formativi affinché i sammarinesi possano essere inseriti con maggiore facilità in ruoli che non possono essere coperti. In questa fase di emergenza si è intervenuti più rapidamente per raggiungere l’obiettivo della salvaguardia dei lavoratori. 

Giuseppe Maria Morganti (Libera): Da un lato bisogna essere in linea con i diritti, dall’altro non bisogna dimenticare i rapporti con gli altri Paesi. Non dimentichiamo la battaglia che è stata fatta sui frontalieri che ha dato la possibilità di essere assunti senza passare attraverso le forche caudine della Commissione lavoro. Questo ha permesso di regolarizzare tantissimo lavoro nero. Non dimentichiamo che nella fase pre-Covid il nostro settore industriale ha registrato tassi di crescita importanti grazie anche al provvedimento fatto sul mondo del lavoro che favoriva le aziende.

Sara Conti (Rf): Se ho capito bene l’intenzione del consigliere Lonfernini è di portare avanti questa impostazione ben al di là del decreto sul Covid. Questa posizione farebbe fare un passo indietro al nostro Paese. Non sottovalutate gli effetti di un intervento protezionistico che va a limitare la libertà degli operatori della nostra Repubblica. Manteniamo una visione a 360 gradi.

Andrea Zafferani (Rf): Sono da sempre convinto di una cosa. Il diritto al lavoro si garantisce non ponendo obblighi alle imprese ma creando un sistema che permetta loro di investire sul territorio e creare occupazione. C’è stato un aumento dei lavoratori: significa 2,5 milioni di tasse in più ogni anno e milioni di contributi in più ogni anno. Se un sistema non garantisce la libertà economica, cosa scontata in tutto il mondo, gli investimenti si riducono e ci rimettono anche i sammarinesi perché i posti di lavoro si riducono.

Gian Matteo Zeppa (Rete): Qui si tratta di fare delle scelte in un momento in cui i lavoratori sammarinesi pagano le conseguenze più gravi di questa emergenza. Il mercato del lavoro è sempre stato molto difficile a San Marino. Dire che i lavoratori sono carne da macello per accordi di vario tipo è una cosa che fa accapponare la pelle. Anche realtà limitrofe hanno avuto una situazione simile alla nostra e quelle realtà fanno discorsi di tutela dei lavoratori. Non si tratta di un progetto di legge, ma di un decreto legato al Covid-19.

Francesco Mussoni (Pdcs): E’ una norma che serve a creare una forma di recinto per alcuni mesi durante i quali ci saranno valutazioni diverse. Non è una norma che vuole cambiare completamente un’impostazione di un sistema. Non vogliamo chiudere il sistema ai frontalieri. L’obiettivo è quello di monitorare e tenere controllata la disoccupazione interna. Non è una norma vita natural durante, ma è stato dato un termine rispetto a una situazione che avrà sicuramente degli effetti negativi. Sosteniamo l’intervento consapevoli che si tratta di una norma transitoria e temporanea.

Michele Muratori (Libera): Rincuorato dalle parole del Pdcs che ci ha detto che si tratta di una norma transitoria. Con questa normativa tuttavia stiamo ingessando il mercato del lavoro con l’introduzione di commissioni discrezionali e tempistiche elefantiache. Questi tempi dilatati creano ulteriori problemi all’interno del mercato del lavoro. Se resta circoscritta al breve periodo noi non facciamo problemi.

Giovanni Zonzini (Rete): La temporalità dei provvedimenti non è scritta in una nota a margine, ma è esplicitata chiaramente all’articolo 1. Orribile parlare dei lavoratori frontalieri come se fossero un ammasso di carne informe da buttare sul piatto delle trattative con Regioni limitrofe e l’Italia.

Eva Guidi (Libera): Permetteti di avere qualche dubbio e chiedere chiarimenti che ritengo doverosi. Mi viene spontaneo pensare che per questo e altri provvedimenti ci si possa nascondere dietro la situazione dell’emergenza per fare interventi che difficilmente potrebbero essere portati avanti. E’ un chiarimento che mi sento di chiedere al Segretario perché sarebbe in controtedenza rispetto a quanto affermato ora in Aula. Non si può derubricare tutto sotto la voce Covid-19.

Gerardo Giovagnoli (Npr): Concordo con quello che ha detto il nostro Segretario al lavoro. I dati che ci danno sono dati su cui ogni sammarinese dovrebbe riflettere. Vero che sono stati portati svariati milioni nelle Casse dello Stato, ma non si tiene conto di cosa vengono a costare per le casse dello Stato i mille dipendenti sammarinesi in mobilità. Cosa vogliamo, che i sammarinesi vadano alla Caritas perché abbiamo assunto mille frontalieri? Vorrei che a dicembre questa norma venga riguardata e ripresa in modo da tutelare le nostre famiglie.

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