L’Informazione di San Marino racconta la storia del partigiano Ghiotti

L’Informazione di San Marino racconta la storia del partigiano Ghiotti

Il partigiano Ghiotti caduto a Boves

Il sammarinese Vittorio Ghiotti – 19 anni – fu ferito, catturato e subito fucilato durante le tragiche “Quattro Giornate di Boves”

DANIELE CESARETTI – Nel centro storico di San Marino presso l’Ara dei Volontari, inaugurata nel 1927, figura la lapide dedicata ai 140 volontari sammarinesi che hanno partecipato e/o che sono deceduti per l’Unità d’Italia a partire dal 1843 e durante la Prima guerra mondiale (1915-1918). Due sono i nomi dei caduti nella Lotta di Liberazione d’Italia 1943-45. Pressoché sconosciute al grosso pubblico sono le circostanze in cui si sacrificarono i due volontari sammarinesi menzionativi: i partigiani Claudio Canti e Vittorio Ghiotti. Il primo dei due a cadere fu Ghiotti nel gennaio 1944 durante un rastrellamento nazista sulle Alpi Marittime. Vittorio Ghiotti, figlio di Marino, nacque a San Leo il 26/6/1924. Era impiegato presso la Società Italiana Acciaierie Cornigliano – Siac di Genova, città che ospitava una consistente comunità di operai sammarinesi. (…)

A Boves il 19 settembre 1943 si contarono 24 morti civili lasciati sul terreno dalla rappresaglia operata da un reparto della 1a Panzer-Division SS Leibstandarte Adolf Hitler al comando del maggiore Joachim Peiper e 350 furono le case bruciate. Dopo aver lanciato un tragico monito alla popolazione civile, il reparto del maggiore Peiper fu trasferito altrove supponendo di aver “bonificato” l’area dall’infestazione partigiana. Invece la resistenza locale si riorganizzò contando ben presto un numero ancor maggiore di partigiani impegnati in azioni di disturbo delle comunicazioni lungo una delle principali vie di transito fra il Piemonte e la Liguria. Tre mesi più tardi i tedeschi ricorsero ad un secondo eccidio presso Boves, in cui fu coinvolto Vittorio Ghiotti, per debellare gli attivissimi partigiani “colpisti” tra il 31 dicembre 1943 ed il 3 gennaio 1944. Passate alla storia come le “Quattro Giornate di Boves”, ancora una volta il paese è messo a ferro e fuoco (500 case distrutte) e ben 157 sono le vittime tra civili e partigiani fra cui figura il 19enne sammarinese Vittorio Ghiotti. Dati i famigerati antecedenti del 19 settembre, egli era pienamente consapevole di trovarsi in un posto infernale ma scelse liberamente di rimanervi a combattere. Durante il rastrellamento del 31 dicembre Ghiotti fu ferito ad un piede e al torace nella frazione di San Giacomo, nella valle del torrente Colla 3 km a sud di Boves, ma continuò a sparare fino all’ultima munizione disponibile. Le donne del paese si erano organizzate per aiutare e soccorrere Ghiotti e gli altri partigiani feriti. Esse avevano attrezzato una grotta dove con il favore della notte vi trasportarono a spalle Ghiotti, poi lo fecero ricoverare in casa di Tetti Lorenzin. Qui la figlia, la giovane Rita, attese alla cura delle ferite che sembravano piuttosto gravi. Durante un rastrellamento, all’alba del 3 gennaio 1944, il nascondiglio fu scoperto e Vittorio Ghiotti venne prelevato e fucilato all’istante insieme con due ex-prigionieri alleati (l’inglese William Charles Hill e l’americano George Hoover) e altri partigiani catturati durante la stessa operazione. (…)

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino

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