Rimini. Coronavirus, il “paziente uno” senegalese contagiato da un italiano

Rimini. Coronavirus, il “paziente uno” senegalese contagiato da un italiano

Covid, il primo senegalese contagiato da un italiano

Focolaio tra i migranti in un’ex pensione a Viserba, novanta in isolamento. I pazienti sotto osservazione trasferiti negli alberghi attrezzati

MANUEL SPADAZZI – Contagiato da un italiano. Il “paziente uno” dell’ex pensione La Fonte di Viserba è un senegalese che ha preso il virus da un collega italiano. I due lavorano insieme presso un’azienda riminese. Come ricostruito dall’indagine epidemiologica dell’Ausl Romagna, l’italiano (la scorsa settimana) era risultato positivo allo screening di massa avviato nella provincia. Dopo il test sierologico e la conferma arrivata dal tampone l’Ausl – come da protocollo – ha sottoposto agli esami tutti gli altri dipendenti della ditta, tra cui il senegalese. Il tampone ha confermato la positività al Covid anche per lui. “Appena si è avuto il risultato – conferma il rappresentante della comunità senegalese a Rimini, Seck Papa Modou – tutti gli altri senegalesi che vivono nell’ex pensione La Fonte di Viserba sono stati sottoposti ai tamponi”. In queste settimane gli abitanti sono “soltanto una cinquantina, perché molti non sono riusciti a rientrare in Italia dal Senegal dopo il lockdown”. I tamponi sono stati effettuati lunedì su 51 persone residenti nella palazzina di via Sacramora, e altre 9 sono state trovate positive al Covid. I risultati di alcuni tamponi devono ancora arrivare. Nel frattempo i contagiati sono stati trasferiti negli hotel attrezzati per l’emergenza Covid nel Riminese, tra cui il Royal a Cattolica gestito dalla Papa Giovanni. (…)

Per gli altri senegalesi che vivono nella struttura l’Ausl ha disposto l’isolamento precauzionale all’interno della stessa palazzina di via Sacramora, anche se ieri alcuni sono usciti per fare le spesa e per altre necessità. Per aiutarli durante il periodo di quarantena, da oggi ci penserà la Caritas a fornire loro i pasti così come a consegnare altri beni di prima necessità. L’Ausl ha esteso l’indagine epidemiologica a tutte le persone che hanno avuto più stretto contatto con i 10 contagiati. Oltre ai 41 che vivono nella palazzina e si trovano ora in quarantena, sono stati contattati amici e colleghi dei senegalesi che avevano i contatti più stretti in questi ultimi giorni. In tutto si tratta di oltre una cinquantina di persone esterne (che non abitano in via Sacramora) e anche per loro è stato disposto l’isolamento domiciliare in via precauzionale, in attesa di fare i tamponi. (…)

Articolo tratto da Il Resto del Carlino

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