In Riviera 300 hotel ancora chiusi. Tre milioni di turisti persi per Covid
MANUEL SPADAZZI – L’Emilia Romagna è stata tra le prime regioni a dotarsi di protocolli di sicurezza per far ripartire il turismo. Ma i numeri dicono che quest’estate ai tempi del Covid è stata pesantemente segnata, almeno nei primi mesi, dalla paura di fare vacanza, dai voli cancellati (che hanno ridotto gli arrivi degli stranieri) e anche dalla minore capacità di spesa delle famiglie. I dati Istat elaborati dalla Regione, relativi al mese di luglio e all’andamento dei primi sette mesi, lo certificano. (…)
Da gennaio a luglio la nostra regione ha perso per strada qualcosa come oltre 3 milioni di turisti (-60,2% gli arrivi) e le presenze sono state 9,7 milioni, meno della metà (-58,1%) rispetto al 2019. Nonostante tutto prova a guardare il bicchiere mezzo pieno l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini. “La costa romagnola ha retto un po’ meglio, grazie ai tanti italiani che hanno scelto la nostra regione per fare le vacanze. Certo, il dato sugli stranieri è preoccupante, ma ce l’aspettavamo. I tanti voli cancellati dalle compagnie a causa della pandemia, al ‘Marconi’ di Bologna soprattutto ma anche al ‘Fellini’ di Rimini, hanno avuto un peso determinante. Non dimentichiamoci che a luglio c’era comunque ancora il 10% degli hotel chiusi in Emilia Romagna”. Dei 4.300 hotel e residence presenti in regione, quasi 3.500 sono sulla costa, dai lidi ferraresi a Cattolica. “Ma a metà luglio – osserva Sandro Giorgetti, presidente di Federalberghi – avevano riaperto quasi tutti, le strutture rimaste chiuse per tutta l’estate sono 300. Il problema, al di là di arrivi e presenze, sono i fatturati. Il bonus vacanze è arrivato tardi, anche se ci ha permesso di ridurre i danni. La capacità di spesa della gran parte dei turisti arrivati in Romagna era limitata, anche a causa della pandemia. Il calo dei fatturati è notevole, servirà un robusto sostegno economico per le imprese del turismo”. (…)
Articolo tratto da Il Resto del Carlino
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