Ausl Romagna: “Negli ospedali già 150 ricoverati”
ERIKA NANNI – “Invito tutti a fare questo semplice esercizio. Se doveste ricevere oggi la notizia di essere positivi, quante persone avreste messo a rischio negli ultimi due giorni? Il numero deve essere molto vicino allo zero”. È un “gioco”, un esercizio mentale, che consiglia di fare Carlo Biagetti, il responsabile del Programma per la gestione del rischio infettivo per Ausl Romagna, all’interno dell’unità operativa Malattie Infettive di Rimini. Riuscire a rispondere con numeri piccoli, vicino appunto allo zero, aiuterà a combattere quella che è la vera sfida di oggi per la rete ospedaliera: come dice Biagetti, “gestire contemporaneamente sia pazienti Covid che con altre patologie”.
Dottor Biagetti, quanto dura in media il ricovero di un malato nei reparti Covid non intensivi? “Nel caso di un peggioramento del quadro clinico, i pazienti accedono in ospedale dove viene somministrata terapia antivirale e immunomodulante e la loro degenza media è di circa sette giorni nei casi in cui non necessitano di terapia intensiva. Ad oggi circa il 10% dei pazienti ricoverati evolve verso un quadro di insufficienza respiratoria grave che necessita di terapia intensiva. Normalmente, però, il paziente viene gestito sul territorio grazie all’attività dei medici di medicina generale e delle Usca (unità speciali a domicilio). Questo avviene nella maggioranza dei casi se i parametri respiratori rimangono nella norma”.
Quante persone sono al momento ricoverate? “Attualmente in Ausl Romagna sono ricoverate circa 150 persone. Abbiamo predisposto un piano aziendale dinamico che prevede disponibilità crescenti di posti letto adibiti a Covid. Rispetto alla prima ondata, quando gli ospedali sono stati costretti a gestire quasi esclusivamente il Covid, oggi la vera sfida è quella di gestire contemporaneamente sia pazienti affetti dal coronavirus che quelli con altre patologie. Per questo sono fondamentali i comportamenti dei cittadini e il tracciamento per riuscire a contenere i nuovi casi e la relativa necessità di ricovero dei pazienti”. (…)
Articolo tratto da Corriere Romagna
——