Insulti omofobi e minacce al vicino ma l’aggravante non viene contestata
Fa discutere la decisione sullo stesso caso presa dalla procura: uno va dal giudice di pace, l’altro in tribunale
ENRICO CHIAVEGATTI. «Ti sparo in faccia frocio di m….». «Vi do fuoco. Do fuoco a te, ai tuoi figli, a tutto il palazzo e a tutti quelli che sono in casa tua! La benzina la vado a prendere a San Marino così costa meno». Sono le minacce che il 19 gennaio del 2019 si sono scambiati due inquilini di una palazzina Acer del centro di Rimini, per cui entrambi i protagonisti ora dovranno risponderne in un’aula di Tribunale. Una querelle non nuova alle cronache giudiziarie, che però, fa notare il difensore dello “sparato”, l’avvocato Paolo Ghiselli, «ha un’unica sostanziale e ingiustificata differenza». La procura della Repubblica, infatti, ha ritenuto “una minaccia molto più grave” quella rivolta dal giovane di una famiglia di etnia rom, e non quella di morte con tanto di insulto omofobo urlata da quest’ultimo. (…)
Tratto dal Corriere Romagna
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