“Con 26 euro sono ’salito’ sullo Sputnik”
Alessandro Ravaglioli, ingegnere e militante della Lega, si è vaccinato in una clinica di Mosca, città dove lavora da anni
MANUEL SPADAZZI – In Italia c’è chi farebbe carte false per essere vaccinato, e non ci riesce. In Russia invece “basta presentarsi in uno dei centri vaccinali e mettersi in fila”. E ti vaccinano anche se non sei russo. Lo sa bene Alessandro Ravaglioli, ingegnere riminese, ex capogruppo di Forza Italia ora passato alla Lega, da molti anni legato alla Russia per motivi di lavoro e anche sentimentali. La moglie è russa (hanno una bambina di 3 anni), per anni Ravaglioli ha avuto anche la residenza in Russia e tuttora continua a recarsi spesso da quelle parti, per lavoro. Giovedì è tornato a Mosca, per questioni professionali, e ne ha approfittato per sottoporsi al vaccino Sputnik. “Mi sono vaccinato ieri mattina, ed è andato tutto bene. Zero reazioni”, racconta Ravaglioli al telefono da Mosca.
Come è riuscito a farsi vaccinare? “In Russia la situazione è molto diversa dall’Italia. Chi non la vede con i suoi occhi non ci crederà, ma qui (in Russia) la pandemia non fa più paura. Per questo ci sono tante dosi di vaccino disponibili. Anche chi non è russo può avere il vaccino: basta recarsi in una clinica privata e pagare”.
Quanto ha pagato per la prima dose? “Una cifra pari a 26 euro. Ho colto l’occasione, quando ho saputo che c’era questa possibilità. Tra l’altro al mio arrivo in clinica non c’era praticamente fila, e in pochi minuti mi hanno somministrato la dose. Tanti altri stranieri che vivono a Mosca hanno fatto come me”. (…)
Articolo tratto da Il Resto del Carlino
——