Risarcimenti grandi firme, tutti contro i “taroccatori”
ANDREA ROSSINI – “Professionisti della contraffazione” pronti a “taroccare su larga scala pressoché tutti i marchi più in voga nel settore dell’abbigliamento sportivo e dello streetwear”. Griffe conosciutissime soprattutto tra giovani e giovanissimi. Per farlo avrebbero sfruttato al meglio le lacune in materia di tutela del diritto d’autore nella vicina San Marino, dove avevano registrato all’ufficio brevetti i presunti marchi taroccati. Magliette rivendute a prezzi da favola. Entra nel vivo, con il racconto dell’inchiesta affidato agli investigatori delle Fiamme gialle, il processo relativo all’operazione “Eden Brand” coordinata dal pubblico ministero Paola Bonetti. I coinvolti sono una quindicina, ma gli imputati principali risultano essere l’imprenditore Fabio Fabbri, difeso dagli avvocati Stefano Brandina e Filippo Cocco e Milco Farotti, difeso dall’avvocato Piero Venturi. Per i principali protagonisti della vicenda si parla, tra l’altro, di contraffazione e autoriciclaggio. Oltre ai beni ancora sotto sequestro, dovranno guardarsi dalle richieste risarcitorie dei brand internazionali che si sono costituiti parte civile nel processo. Prada, Balenciaga, Adidas, Nike, Fila, Vans, Dior, Gucci, Supreme, Lacoste, Rolex, Moet&Chandon e Dom Perignon, Levi’s, New Balance, Hilfiger. Hermes, e perfino Mc Donald’s. Un’eccezione dell’avvocato Venturi ha escluso la società che possiede il marchio Trasher per la mancata traduzione di un atto (chiedeva un milione di euro). (…)
Articolo tratto da Corriere Romagna
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