San Marino. Criminal Minds, il 26 gennaio la sentenza

San Marino. Criminal Minds, il 26 gennaio la sentenza

L’Informazione di San Marino

Criminal Minds, ascoltato il finanziere Nanna che rigetta le accuse

Il 26 gennaio la sentenza 

Antonio Fabbri

“L’unica cosa che mi sento di dire a conclusione è che faccio fatica, a distanza di anni, a capire perché mi trovi seduto qui”. Con Questa frase il maresciallo della Gdf Enrico Nanna, ha concluso ieri la sua audizione davanti al Giudice Gilberto Felici, nell’udienza del processo del filone sammarinese dellavicenda Criminal Minds. Si è chiuso così il dibattimento e, nelle prossime due udienze, si procederà alle conclusioni delle parti. Prima la pubblica accusa, e poi i difensori dei quattro imputatiSalvatore Vargiu, all’epoca titolare dell’agenzia di investigazioni Cio; il patron di Karnak Marco Bianchini; Giorgio Pierani direttore commerciale della stessa azienda e, appunto, il finanziere Enrico Nanna. 

Proprio quest’ultimo, unico presente degli imputati ieri, è stato sentito per l’intera giornata. Ha ricostruito i fatti e le sue indagini, dando la sua versione dei fatti, negando di aver mai ricevuto soldi dagli altri coimputati – l’accusa è di corruzione di funzionario estero – e di avere operato nell’ambito delle indagini a lui delegate o di iniziativa.  Nanna ha fatto chiarezza in particolare su i suoi rapporti con Vargiu, ex carabiniere ben inserito in “rapporti paralleli”,  al quale si avvicinò nel 2008 per reperire informazioni su alcune indagine relative alle cosiddette ‘triangolazioni’ e società esterovestite. Sul caso che tanto scosse San Marino, l’arresto di un giovane padre per spaccio – una sorta di complotto per danneggiare l’uomo che aveva un contenzioso aperto con la ex moglie, cliente della Cio, per l’affidamento del figlio – Nanna ha raccontato di come Vargiu lo avesse condotto per telefono nei luoghi in cui sarebbe passata l’auto dell’uomo, da tempo da lui “attenzionato”. Le perplessità sulle modalità dell’arresto e sul posto in cui venne trovata la droga, una scatola avvolta in un nastro nero fuori dall’auto, finirono per raffreddare il rapporto di Nanna con Vargiu, che si concluse quando quest’ultimo accreditò “misteriosamente visto che non conosceva le coordinate bancarie”, ha detto Nanna, dei soldi sul conto a Montegiardino del maresciallo della Gdf, per costituire l’avvio di una collaborazione.

Da allora Nanna ha detto di non aver mai più messo piede a San Marino negando che quel versamento di Vargiu fosse stato con lui pattuito. Prima dell’audizione di Nanna i leali di Bianchini hanno depositato una dichiarazione scritta del loro assistito, che ricalca quanto già dichiarato nei paralleli procedimenti italiani. Possibile che altre dichiarazioni degli altri imputati vengano depositate per iscritto da qui al 23 gennaio, data nella quale, comunque, si procederà alle conclusioni per terminare il 26, quando, al termine delle arringhe difensive, dovrebbe arrivare la sentenza di primo grado. Per il caso, nelle maglie dell’appello, incombe tuttavia la prescrizione.

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