San Marino. Consiglio Giudiziario, viene impedito ai giudici di votare, Antonio Fabbri

San Marino. Consiglio Giudiziario, viene impedito ai giudici di votare, Antonio Fabbri

Terremoto in Consiglio Giudiziario, viene impedito ai giudici di votare

La Reggenza mettendo a verbale un documento vieta di porre in votazione due odg proposti dai magistrati che invitavano entrambi a rivalutare le norme che hanno cambiato la composizione del plenario

Antonio Fabbri

Terremoto senza precedenti in Consiglio giudiziario ordinario, l’organo, cioè, di autogoverno della magistratura sammarinese che riunisce i soli membri togati. Nel pomeriggio di ieri si è svolta la seduta che proseguiva, tra l’altro, la discussione aperta- si lo scorso 8 giugno in partico- lare su un punto: le famigerate Leggi Qualificate approvate a gennaio che hanno modificato composizione e prerogative, anche attraverso discutibili interpretazioni autentiche, del Consiglio giudiziario plenario. Un episodio, quello verificatosi ieri, senza precedenti capace di aprire un pericoloso vulnus e un conflitto tra poteri dello Stato con un riverbero importante anche negli organismi internazionali di cui la Repubblica di San Marino fa parte.

Nella seduta di ieri del Consiglio Giudiziario i magistrati hanno discusso a lungo sulle Leggi Qualificate approvate dal Consiglio, tra l’altro senza un preventivo confronto con la magistratura. Che il tema fosse delicato non c’è dubbio, tanto che è stato oggetto di dibattito acceso in Consiglio Grande e Generale, ma non solo. Ma che cosa sarebbe accaduto?

Al termine del confronto, a quanto si sa, sono stati presentati dai magistrati due ordini del giorno da porre in votazione. Seppure con sfumature diverse, entrambi avrebbero contenuto l’invito al Legislatore a rivalutare gli effetti sulla separazione dei poteri causati dall’approvazione delle discusse Leggi Qualificate che hanno influito sulla composizione del Consiglio Giudiziario Plenario. Al momento di porre in votazionegli odg dei magistrati però, la Reggenza ha sospeso la seduta per circa un quarto d’ora.

Al termine della sospensione i Reggenti, Alessandro Mancini e Grazia Zafferani, si sarebbero presentati all’assise dei togati con un documento di diverse pagine, che è stato messo a verbale, con il quale nella sostanza si impediva all’organo di autogoverno della magistratura di porre in votazione gli ordini del giorno proposti. Questo adducendo, a motivazione del divieto di votare gli odg, che al Consiglio Giudiziario non competerebbe mettere in votazione sue determinazioni contenenti l’invito a confrontarsi, a rivedere e rivalutare quelle norme. A quanto si sa è stato impedito anche di aprire una discussione su questa posizione espressa nel documento messo a verbale della Reggenza.

Inoltre i Capi di Stato avrebbero comunicato lapidariamente che quella decisione, presa dopo aver consultato degli uffici amministrativi – quali non sarebbe stato precisato nella seduta – veniva assunta daiCapi di Stato non solo in qualità di presidenti del Consiglio giudiziario, ma come supremi garanti dell’equilibrio tra poteri dello Stato. La seduta, così, è stata tolta.

Ora, per quanto occorra capire come la garanzia dell’equilibrio tra i poteri possa passare attraverso il divieto a un organo di autogoverno della magistratura di esprimere attraverso il voto proprie determinazioni, questo è tuttavia quanto sarebbe accaduto nella seduta di ieri del Consiglio Giudiziario.

Un episodio che pare destinato a fare scalpore e a fare molto discutere anche a livello politico, ma che soprattutto impone una riflessione sui principi che sono alla base dello Stato di diritto, a partire da quella separazione dei poteri che a parole tutti vorrebbero garantire, ma che – già si è ascoltato in diversi interventi politici – c’è chi vorrebbe accentrare nelle mani del “Consiglio principe e sovrano”. E non c’è dubbio che quanto accaduto ieri, se non chiarito, rischia di inasprire una situazione già molto tesa.

 

 

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy