Il reperto è stato trovato da Giordani nella Cava di Monte Ceti a Novafeltria nel settembre del 2010.
Il fortunato scopritore, nonché collezionista di minerali, ammette: “L’ho tenuto anche 2 mesi in garage ma chi si immaginava una scoperta talmente clamorosa?”
Il paleontologo Federico Fanti dichiara: “Adesso il reperto sarà trasferito a Bologna, al museo Cappellini, dove si procederà all’analisi e al suo restauro, cercando di ricostruire l’intero animale”.
Questo fossile di dinosauro potrebbe davvero trasformarsi in un volano per l’intero turismo locale.
Il sindaco di Novafeltria, Lorenzo Marani, scherza: “La Valmarecchia è un patrimonio anche per la sua conformazione geologica, non solo perché si mangia bene”.
Il Soprintendente per i beni archeologici della Regione Emilia Romagna, Filippo Maria Gambari, asserisce: “E’ stato rinvenuto in Valmarecchia ma si tratta di un fossile marino, va contestualizzato per spiegarlo meglio al pubblico. Se inserito in un contesto con altri reperti è sicuramente più comprensibile al pubblico”.
Nel frattempo è probabile che alla cava di Monte Ceti continuino i lavori di controllo e campionamento delle rocce dopodiché è ipotizzabile che si ritorni anche a scavare, perché là sotto potrebbero davvero celarsi fossili di inestimabile valore.
Gian Battista Vai, direttore del museo Cappellini, propone: “Perché, anche grazie a questa grande scoperta, non richiediamo all’Unesco di inserire l’intera Valmarecchia tra i patrimoni dell’umanità?”.
Fonte: (corsivo) “Nuovo Quotidiano di Rimini”