“Novità” in materia di censura introdotte dal Governo

“Novità” in materia di censura introdotte dal Governo

Nell’ultima seduta del Consiglio Grande e Generale è stato ratificato il Decreto Legge n. 134 in materia di antiriciclaggio, quello che ha visto la maggioranza battuta sull’emendamento relativo al Coordinatore delle forze di polizia.
Già si potrebbe discutere a lungo sull’abuso della decretazione d’urgenza che questa maggioranza mette sistematicamente in pratica per sottrarsi il più possibile al confronto con la minoranza, tentando magari di evitare qualche votazione piuttosto insidiosa.
Un utilizzo così ampio della decretazione non era mai avvenuto prima d’ora e pare che addirittura si voglia intervenire per decreto persino sulla manovra economica. In questo modo il Governo emette un provvedimento con entrata in vigore immediata e ha a disposizione almeno tre mesi per la ratifica in Aula, con l’intento di mascherare, nel pacchetto dei numerosi decreti, quelle norme più corpose che nascondono spesso sorprese poco gradite.
Nel Decreto in questione è contenuto un articoletto (il n. 36), in cui si va a inserire nella legge del 2008 un nuovo tipo di violazione: quella della “segretezza investigativa”.
Si legge in questo articolo che “chiunque rivela l’esistenza e/o gli esiti di indagini, di ispezioni o di richieste di informazioni da parte della Magistratura, dell’Autorità di polizia, dell’Agenzia di informazione finanziaria o della Banca Centrale della Repubblica di San Marino inerenti la presente legge o comunque coperte da segreto d’ufficio, è punito con la prigionia e con l’interdizione di secondo grado” (e cioè da sei mesi a tre anni).
Dunque da oggi non è più permesso nemmeno dare notizia che c’è un’ispezione aperta presso un istituto bancario? Viene il fondato sospetto che a qualcuno abbia dato fastidio quanto emerso con la cacciata dei vertici di Banca Centrale avvenuta nello scorso febbraio proprio quando (guarda caso!), era in corso una delicata ispezione in una banca sammarinese facente riferimento ad un noto e potente imprenditore locale (così come apparso nientemeno che sui principali quotidiani italiani), ispezione della quale oggi si sono perse le tracce.
Il governo avrebbe quindi deciso che episodi simili non debbano più ripetersi. Peccato però che non abbia deciso di non fare più pressioni e ingerenze sulla Banca Centrale, bensì di tacitare l’opposizione, e soprattutto la stampa, minacciando addirittura il carcere per chi denuncia le malefatte dei membri di Governo. Non dimentichiamo che la Magistratura ha appena archiviato l’esposto che il Governo aveva fatto contro gli ex vertici di BCSM (e non viceversa come il Patto tenta goffamente di fare credere!), sentenziando quindi che la denuncia di Papi e Bossone era più che fondata e non conteneva nessuna diffamazione a carico dei Segretari di Stato.
In un Paese serio i responsabili di questo sfascio politico e istituzionale se ne sarebbero già andati. Da noi invece questi personaggi pretendono di essere credibili nei consessi internazionali e poi si meravigliano quando gli altri ritengono il nostro Paese poco affidabile…

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy