Negli ultimi giorni, quelle che erano volontà più o meno celate di azioni finalizzate a fare cadere questo Governo, sono emerse alla luce del sole e dichiarate palesemente a mezzo stampa.
Se questo intento può trovare una qualche naturale giustificazione nell’operato dell’opposizione, che ha ruolo certamente di controllo e di pungolo verso la maggioranza, non riteniamo che trovi nobili giustificazioni in chi, da un ruolo di maggioranza, interviene a mezzo stampa per proclamare la fine della maggioranza, prima ancora che dibatterne nelle sedi istituzionali preposte, come questa.
“Il Patto è morto”, qualcuno ha dichiarato; ma a questa affermazione replichiamo che compito della politica è governare il Paese e condurlo fuori da una situazione di crisi drammatica in cui versa da anni, grazie all’operato di chi avrebbe dovuto, con la lungimiranza da statista che invece non ha avuto, strutturare un’economia sana su cui fondare allora il futuro della Repubblica.
Compito della politica sarebbe unire responsabilmente le proprie forze e pensare al Paese più che agli interessi di partito ed ai soliti giochi politici. E soprattutto agli interessi di pochi a cui anche oggi continuiamo ad assistere.
Quel che sta assumendo sempre più le sembianze di un dato certo, piuttosto che un indizio, è che la volontà di fare crollare l’esperienza di questo Governo dipenda per taluni dalla necessità di fermare, quelle che sono le varie indagini che negli ambiti istituzionali della Commissione Antimafia e non solo, vengono portati avanti e che possono mettere in luce quella che è l’annosa questione che da anni tutti denunciano: la questione morale; il connubio fra affari e politica.
Se a breve le logiche di soggetti senza scrupoli che possono volere aprire una crisi di governo perché mossi dalla volontà di fermare gli esiti degli accertamenti istituzionali e giudiziari che vedono un possibile loro coinvolgimento, e che pensano di poter gestire con un’azione trasversale di alleanze più affaristiche che politiche, dovranno fare i conti non solo con la loro coscienza, ma con un Paese che con ulteriore difficoltà riuscirà a emergere dalla situazione di crisi ed a dimostrare concretamente la sua ritrovata credibilità internazionale.
Noi Sammarinesi ci dissociamo da queste logiche perverse di fare politica e chiediamo fin da ora che i verbali e gli esiti, anche parziali, dei lavori della Commissione Antimafia, nel lavoro della quale confidiamo, siano messi a disposizione dei Consiglieri. In caso contrario, qualora dovesse aprirsi una crisi di governo, il lavoro svolto potrebbe essere chiuso in un cassetto, coperto dal velo del segreto istruttorio e si vanificherebbe quello che è stato il lavoro dei nostri colleghi consiglieri: il primo atto concreto di dimostrazione della volontà di fare emergere quel connubio affari-politica che ha creato danni enormi al Paese.
Auspichiamo che il senso di responsabilità delle forze politiche possa smarcarsi da queste logiche politiche-affaristiche e che si possa, con tale senso di responsabilità, continuare a condurre il Paese verso quella ritrovata collaborazione con la vicina Italia e verso quella credibilità istituzionale a livello internazionale in cui questa Maggioranza, con l’ausilio di un sostegno responsabile anche da parte di esponenti dell’opposizione, si è fortemente impegnata.
San Marino, 12 luglio 2012
- San Marino. Sulle coppie di fatto, Associazione Papa Giovanni XXIII
- San Marino. Ap sulla ingarbugliata situazione politica