Non si avvicinano le posizioni di governo e maggioranza sulla finanziaria. Per cui il muro contro muro pare destinato ad approdare in Consiglio grande e generale per la seconda lettura della legge di bilancio. Nel corso dell’incontro di questo pomeriggio a Palazzo Begni da una parte la minoranza ha tenuto ben coperte le carte, non presentando proposte, benche’ Sinistra unita sia al lavoro su una controriforma e gli altri partiti a una serie di emendamenti, che potrebbero anche essere condivisi. E il governo non ha dimostrato apertura di sorta, per cui il documento presentato in prima lettura non sara’ stravolto per il secondo e definitivo passaggio in Parlamento. Almeno secondo i protagonisti. “Non abbiamo nessuna voglia di correggergli i compiti- attacca Fiorenzo Stolfi del Partito dei socialisti e dei democratici- ma comunque presenteremo emendamenti per dare prospettiva al Paese. E’ devastante affrontare una finanziaria da lacrime e sangue senza prospettive”. Gli emendamenti, aggiunge, si concentreranno su tre punti: Italia, Europa e riforme, della Pa, tributaria e pensionistica. Anche se, stigmatizza, “non vediamo margini di intervento e dal governo non arrivano indicazioni su possibili cambiamenti al testo”. “Siamo venuti con un intento costruttivo, ma dal governo non c’e’ nessuna apertura”, gli fa eco Pier Marino Mularoni dei Democratici di centro, mentre Simone Celli dei Socialisti riformisti sottolinea come “il bilancio sia ancora irricevibile per il nostro partito per questo presenteremo una serie di emendamenti per stravolgerne l’impostazione”. A questo punto tira le fila Alessandro Rossi di Sinistra unita “il nodo e’ quanto la maggioranza vuole ascoltarci e quanto vuole sacrificare”. Se non ci saranno aperture sara’ “lotta in Consiglio”.
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