Osla: il copia e incolla

Osla: il copia e incolla

Ragioniamo, Ragioniamo, Ragioniamo! Il sistema del copia-incolla funziona malauguratamente anche negli aspetti peggiori del nostro vivere civile. La sammarinesità se ne sta andando, la globalizzazione sta montando ed il senso di responsabilità è sempre più un desiderio di pochi che un comportamento tradizionale. Come potrebbe giustificarsi diversamente “l’assalto al Palazzo”? Non c’era forse il desiderio di emulare i colleghi italiani che in modo molto più teppistico hanno tentato di ribaltare il Governo in Italia? Non c’era forse la volontà di alimentare un conflitto di classe, sempre molto fievole a San Marino, per mascherare l’insufficienza delle organizzazioni sindacali che con la stessa rabbia si sono scagliate contro il nuovo sindacato, L’unione Sammarinese del Lavoro – USL, impedendo a questi legittimi rappresentanti dei lavoratori dipendenti di partecipare all’incontro con i Capigruppo parlamentari? Non c’è forse la stessa volontà da parte di chi incita la folla dichiarando che la “Finanziaria” è stata dettata dagli imprenditori quando invece gli imprenditori hanno giudicato il progetto di bilancio addirittura non emendabile perché non contiene alcun indirizzo per rimettere in moto lo sviluppo e garantire il progresso al Paese, ai lavoratori ed alle imprese? Perché chi conosce il nome ed il cognome di questi imprenditori: 1? 2? 3? Che avrebbero dettato questa inutile quanto pericolosa finanziaria affidata semmai ai soli ragionieri che conoscono solo la logica dei numeri e non se ne intendono di politica e strategie economiche, non li comunicano anche a noi così almeno evitiamo di prenderci un caffè insieme. In questo modo qualsiasi contabile avrebbe fatto quadrare i conti senza sapere perché, a quale scopo, e con quali obiettivi.

In questo modo non si va da nessuna parte, non si pensa al Paese, non si pensa al futuro. Allora perché rivendicare proprio in questo momento di difficoltà la stabilizzazione dei precari ai quali nessuno intende revocare l’incarico; perché lamentarsi sul carico fiscale dei lavoratori dipendenti che è invece il più basso di tutto il mondo? Ci si dimentica di dire che una retribuzione mensile di 2.200€, che non sono proprio pochissimi, di un lavoratore senza carico di famiglia, paga solo 62,64€ di IGR. Perché non dire che l’omologo italiano, che forse non vedrà mai 2.200€, sul medesimo importo si vede sottrarre almeno 10 volte di più? Perché rivendicare equità fiscale che porterebbe solamente ad una enorme riduzione del carico per liberi professionisti, artigiani e commercianti che andrebbero livellati, secondo giustizia, equità e rispetto della carta dei diritti, ai lavoratori dipendenti? Perché invece di fare rissose manifestazioni, scioperi, lancio di uova, aggressioni, minacce e vandalismo, non ci si siede ad un tavolo con chi ci sta e non si incomincia a delineare una nuova politica dei redditi basata sul principio che a San Marino non ci possono essere poveri perché si è tali quando non si ha lavoro e non si ha casa; dove definire un tetto massimo ai contributi sociali evitando di finanziare l’assenteismo, la mobilità e la CIG a vantaggio dello sviluppo ed il lavoro per tutti; dove viene assicurato il diritto al risparmio, il diritto allo studio, al tempo libero ed alla cultura; dove la casa ritorni ad essere un diritto veramente fruibile e non il salvadanaio dei veri speculatori del territorio, dei mutui, degli interessi bancari. Insomma un nuovo assetto dell’economia e della socialità basata sul diritto e non sull’assistenzialismo troppo comodo e consono alla politica clientelare. Un assetto che non solo non ponga a carico dell’impresa nuovi balzelli e nuovi oneri che spettano invece alla collettività, ma che liberi le risorse per lo sviluppo.

L’Imprenditore, quello serio e legato alla nostra terra, non chiede sconti fiscali ne esoneri che si trasformerebbero immediatamente in dipendenza da chi li eroga in nome del popolo sovrano. Questo imprenditore vuole, come vuole anche il sindacato dei lavoratori dipendenti, equità fiscale, riduzione della burocrazia, efficienza dello stato, energia a costi equi e non di favore, servizi pubblici efficienti ed economici, strutture adeguate ai tempi, ma vuole soprattutto la fine di ogni sperpero di denaro pubblico, di regalie agli amici degli amici, di prebende non meritate, del ricorso frenetico delle collaborazioni “esterne”; vuole il recupero dell’autonomia, la difesa del sistema di sicurezza sociale, una scuola formativa e capace di avviare i giovani al lavoro ovunque lo si trovi, l’innalzamento della cultura di base. Vuole istituzioni regolate da leggi serie e democratiche e che non siano strumento di potere nella mani del “turnista”. Vi pare proprio così difficile metterci d’accordo su questi semplici e democratici principi? OSLA sono anni che vi invita a questo tavolo, sono anni che rivendica un accordo sulla politica dei redditi che elevi il livello di vita di tutti i cittadini ed in particolare quello dei lavoratori dipendenti che, avendo scelto questo ruolo per produrre il proprio reddito, devono avere anche loro come gli imprenditori, diritti e doveri.

Sicuramente sta molto peggio l’impresa e l’imprenditore, ogni giorno sottomesso alle discriminazioni del potere di turno che vuole essere arbitro unico del destino dell’impresa punendo o premiando in ragione della fedeltà politica. L’impresa è a rischio stalking in maniera molto più selvaggia dei lavoratori dipendenti e rischia molto di più. Quando l’impresa chiude, o fallisce i lavoratori dipendenti hanno almeno le protezioni sociali, mentre l’imprenditore, oltre che la gogna del fallito e per legge impossibilitato ad intraprendere un’altra iniziativa autonoma, non ha altra strada che l’emigrazione. Sediamoci attorno a questo tavolo autonomo, uniamo le nostre forze e le nostre idee, rinunciamo a demagogiche strumentalizzazioni ed a inutili manifestazioni, rispettiamo le istituzioni ma costringiamo con la forza della ragione i governi a confrontarsi sui temi dello sviluppo e del futuro e non sui temi dell’emergenza che sta diventando uno stato cronico. Smettetela tutti di usare il copia-incolla; ragionate con le vostre teste; ragionate da sammarinesi; ragionate da liberi cittadini non sottomessi ad alcuno come ci ha detto il nostro santo Marino.

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