OSLA. Rotta neve: un Paese disorganizzato

OSLA. Rotta neve: un Paese disorganizzato

OSLA
si chiede quale MODELLO ORGANIZZATIVO lo Stato adotta per garantire il
servizio ROTTA NEVE, quali le modalità per la selezione degli operatori
che la effettuano, quali strumentazioni come il monitoraggio GPS della
flotta dei mezzi sono stati implementati, quali strumenti informativi e
di coordinamento uniscono le forze dell’ordine e protezione civile al
presidio e organizzazione ROTTA NEVE. OSLA
consapevole dell’importante nevosità, ha potuto verificare una
sostanziale differenza nell’organizzazione ROTTA NEVE e della qualità
delle strade in comunità montane e zone a pari altitudine nella regione
Marche ed Emilia Romagna con topografia stradale e precipitazione nevosa
simile. Emblematica la situazione della più bassa strada nella zona
industriale di Rovereta il 1 febbraio.

OSLA
è preoccupata perché ci si potrebbe aspettare un ulteriore aumento
della pressione fiscale per via dei costi generati dalla nevicata, non
previsti dalla politica alla giornata, visto che non si usa più la
programmazione e l’organizzazione per
livelli di emergenza: nonostante i continui annunci, lanciati più volte
in questi giorni dalla protezione civile di Rimini, dalle previsioni
meteo precise per tempi, modalità e cm di neve, è emerso il livello di
disorganizzazione raggiunto, mentre la nostra gente era in auto, in
strada, in coda, con mezzi in grave difficoltà, i mezzi spargisale
fantasma, i pochi avvistati addirittura accodati a diminuire
l’ottimizzazione della ROTTA NEVE con coppie di mezzi identici AASP,
entrambi con lama e spargisale. Evidente superficialità e lassismo in
episodi con agenti pubblici, mezzi della protezione civile bloccati nei
posteggi fino a inizio mattinata, strade secondarie in numerose parti
del territorio chiuse per la neve, come la via di collegamento tra la
superstrada e il confine di Torraccia, di importanza per la protezione
civile italiana.

Chiudere gli uffici pubblici causa neve è un fatto
inedito per San Marino ed evidenzia l’impreparazione delle autorità,
nell’assoluta disorganizzazione e incapacità di gestire l’evento. OSLA
portatrice del forte scontento degli imprenditori e dei cittadini chiede
se sono stati sostenuti: corsi dagli operatori della ROTTA NEVE, dagli
agenti pubblici per gestire casi di calamità, emergenza, maltempo, forze
maggiori e da quanto tempo non vengono effettuati; in quale
programmazione riunioni organizzative di coordinamento per aggiornare
l’organizzazione e le persone della rotta neve, forze dell’ordine e
istituzioni. Perché i mezzi di pulizia delle strade non hanno operato il
1 febbraio per liberare dalla neve le strade secondarie? Quali sono le
motivazioni che hanno indotto il governo a disporre la chiusura degli
uffici pubblici? A quanto ammontano i danni e i costi diretti e
indiretti per i disservizi provocati e per la chiusura degli uffici
pubblici, anche rispetto ai settori economici privati?

OSLA pretende che
le istituzioni facciano esperienza da come è stata gestita e come sono
state attivate le maestranze a seguito di una largamente prevista
abbondante nevicata, nell’onestà di evidenziare le responsabilità dove
non si è fatto il proprio dovere. Di fronte a quanto accaduto occorre
fermarsi per chiedersi dove sta andando il nostro Paese, quali sono i
diritti e i doveri di ogni dipendente pubblico, di ogni cittadino, di
ogni agente pubblico, delle istituzioni, del loro coordinamento, della
dedizione e appartenenza allo Stato e alla sua comunità.
Andrà
rivista la gestione e l’organizzazione della ROTTA NEVE, perché questo è
il segno di un Paese che deve riorganizzarsi per dare buoni servizi e
costi bassi, non è più possibile pensare al modello sovietico che non
funziona più.

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