PANE E CONTROLLI….De gustibus non disputandum, Matteo Zeppa

PANE E CONTROLLI….De gustibus non disputandum, Matteo Zeppa

A margine della notizia Panificio Vallefuoco srl, dopo alcuni giorni venne data alle stampe una dichiarazione forse ancor più inquietante, dei controlli effettuati su tale pane, fornito con appalto Pubblico alle mense dei bambini per l’anno 2009.
Per coloro che ne avessero la voglia basta leggerlo QUA.

Prendendo spunto da tale articolo, ne riporto i punti salienti ove il Dottor Antonio Putti affermò tali concetti in merito a quegli episodi: “Se lamentele sono arrivate dagli operatori delle mense, queste erano dovute a un problema organolettico” ed ancora: “Dal punto di vista igienico sanitario non c’erano riscontri” (..) Tanto più che a seguito del malcontento, si è proceduto a una prova di assaggio del pane, insieme ai dirigenti scolastici: i pareri alla fine erano discordanti. Per qualcuno il pane era buono, per altri no. “Il giudizio – prosegue il responsabile del servizio igiene – differiva più che altro sulla qualità, ci si aspettava in sostanza un prodotto artigianale e non industriale”. Putti ammette che nessun esame clinico è mai stato fatto: “Non si procede al sequestro e all’esame del prodotto senza segnalazioni di pericolo, che possono arrivare dall’Italia, rispetto alle materie prime utilizzate, o dai singoli cittadini”.

 

Prescindendo dal fatto di essere padre, certe affermazioni lasciano realmente l’amaro in bocca.

 

Non entro nel merito poiché non ho gli studi e quindi le competenze, ma l’analisi di quanto detto sopra la posso fare. Organolettica è una analisi fatta esclusivamente utilizzando i sensi dell’uomo, quanto può fare per esempio un sommelier gustando un vino per intenderci. Ora se vi furono segnalazioni, e risulta che vi furono, non ci si può limitare ad una questione di GUSTO: esso è assolutamente opinabile!! Esattamente quanto risulta dalla prova effettuata unitamente ai dirigenti scolastici. Uno sparuto gruppo di persone, che utilizzando un senso, disquisirono sulla bontà di una derrata alimentare. Opinabilmente differenti.

 

Il problema reale è che le sensazioni organolettiche sono fallaci e non possono eccepire da un accurato studio di laboratorio. Si presume che a fronte di un episodio ampiamente ramificato nonché segnalato (si parla di tanti resi del prodotto e di bambini che non mangiavano volutamente il pane), un campanello d’allarme dovesse suonare. La prevenzione è sempre meglio della cura, ed uno Stato deve mettersi nell’ottica di idee di offrire prove tangibili, in tutta la sua struttura ed apparati, ed insindacabili sulla bontà di un alimento; non ci si può fermare ad una superficiale analisi organolettica! Ciò particolarmente nei confronti di coloro che rappresentano il futuro di una Nazione: i bambini. Allora quale pericolo dovremmo “pazientare” di avere prima che sopraggiunga uno studio appropriato, piuttosto che di un esame clinico? Oppure si parte con controlli a tappeto solo se l’Italia ne segnala l’effettivo pericolo? Stiamo scherzando vero?

Rileggo le righe dell’intervista e rimango sconcertato da una simile superficialità. Essendo tutto “virgolettato”, si presume che tutto sia tratto da un discorso diretto, quindi a domanda, risposta. Non ho le competenze della persona che ha rilasciato tali concetti, ma l’italiano lo capisco bene e quanto scritto testimonia qualcosa di immensamente più grave di un semplice assaggio.

 

I controlli su quello che i bambini e anche noi adulti mangiamo, sono davvero svolti in questa maniera? Mi auguro di no, o meglio lo spero. A chi di dovere richiedo quantomeno una risposta, che ovviamente sarà di assoluta sicurezza sui metodi, dicendo che ho frainteso. A loro (eventualmente) risponderò quanto detto poco fa: la lingua italiana è una certezza e non ha in sé delle “regole organolettiche”. O è chiara o meno. O si parla o si tace.

 

Quindi….a che gioco giochiamo?

 

Buona vita.

 

Matteo Zeppa

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