Papa San Marino. Conclusione della visita

Papa San Marino. Conclusione della visita

Fin dal primo pomeriggio la Piazza della Libertà, antistante il Palazzo Pubblico, sede istituzionale della Repubblica (Reggenza, Governo e Parlamento) è stata meta dei numerosi turisti presenti sul Titano; i Corpi Uniformati sono schierati con le rispettive bandiere: la Banda Militare, la Compagnia Uniformata delle Milizie, la Guardia del Consiglio Grande Generale e la Guardia di Rocca.
Alle 16, come previsto, sulla facciata del Palazzo Pubblico, c’è stato l’alzabandiera dei vessilli dei due Stati.
Il Papa, al suo arrivo alle 16:45, in una cornice di sole e vento, è stato salutato da una salva di 21 colpi di cannone, come prevede il protocollo per i Capi di Stato.
Gli Eccellentissimi Capitani Reggenti, Maria Luisa Berti e Filippo Tamagnini, hanno salutato il Santo Padre partendo dall’esplicito riferimento alle “radici cristiane” quali “parti integranti della nostra plurisecolare identità statuale”. “Un popolo, quello sammarinese, esiguo numericamente, ma robusto come la stessa pietra del Monte Titano, […] forte e tenace nelle intemperie, umile e perseverante nelle convinzioni e nel sacrificio […] sempre nel pieno rispetto altrui”. Da ciò l’apprezzamento a Papa Benedetto definito “uomo di convinzione, di sapere e di dialogo”. Il discorso è proseguito parlando della famiglia come cellula fondamentale della società, citando il Messaggio di Benedetto XVI per la 44a giornata Mondiale della Pace (2011): “Una famiglia, da sempre, prima scuola di formazione e di crescita sociale, culturale, morale e spirituale dei figli […] impegnata nella costruzione di un tessuto sociale solido e solidale, che prepari i giovani ad assumersi le proprie responsabilità, in una società libera e in uno spirito di comprensione, di giustizia e di pace”. Gli Ecc.mi Capitani Reggenti hanno fatto proprie le parole del Papa aggiungendo che “oggi la Repubblica di San Marino si riconosce e riconosce l’opera pastorale del Pontefice, convinta che Chiesa e Stato , pur nella piena distinzione, siano entrambi chiamati […] a servire l’uomo”.
Il Santo Padre, rispondendo all’indirizzo di saluto degli Ecc.mi Capitani Reggenti, ha sottolineato alcuni temi a Lui cari. Innanzitutto ha richiamato la Chiesa e la società civile tutta a collaborare unite per la difesa della vita umana “dal concepimento fino al suo spegnersi naturale”. Poi ha toccato il tema della famiglia, che deve avere il “dovuto riconoscimento e un sostegno fattivo” perché è il “principale soggetto che può favorire una crescita armoniosa e far maturare persone libere e responsabili, formate ai valori profondi e perenni”. L’attuale crisi in cui si trova la famiglia è causa di conseguenze soprattutto, dice il Pontefice, sulle “fasce più deboli, specialmente le giovani generazioni, più vulnerabili e perciò facilmente esposte al disorientamento, a situazioni di auto-emarginazione ed alla schiavitù delle dipendenze”. Perciò il ruolo educativo, e in primo luogo quello della famiglia, è importante per dare ai giovani risposte adeguate e sostegno alla loro crescita.
Nel ripercorrere brevemente la storia della Repubblica di San Marino, il Santo Padre, pur riconoscendo che “in queste fasi di relativa abbondanza spesso si verifica un certo smarrimento del senso cristiano della vita e dei valori fondamentali”, afferma che “ la società sammarinese manifesta ancora una buona vitalità e conserva le sue migliori energie; ne danno prova le molteplici iniziative caritative e di volontariato”. “Non mancano dunque le forze positive”, prosegue Sua Santità, per superare la crisi attuale, tenendo presente che occorre “affrontare i problemi con coraggio e senso di responsabilità, con generosità e dedizione, facendo riferimento a quell’amore per la libertà che distingue il vostro popolo”.
L’auspicio espresso alle Autorità e al popolo sammarinese dal Santo Padre è quello di poter “scrivere una nuova e nobile pagina di storia e divenga sempre più una terra in cui prosperino la solidarietà e la pace”.
Alle 17:37 il Papa è salito su un’auto adatta all’angusta strada che si inerpica verso la Basilica del Santo dove, appena giunto per un momento di preghiera, è stato accolto dal rettore don Lino Tosi e dai Massari del Santo. È l’ultimo atto ufficiale della parte sammarinese della visita

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