Dopo quanto emerso ieri sui giornali, altre considerazioni –
in negativo – dopo l’ultimo
incontro fra la coalizione Patto per San
Marino, maggioranza in
Generale, ed il Partito dei Socialisti e dei Democratici, ex coalizione Riforme e Libertà,
minoranza.
La Tribuna Sammarinese:
Gli sviluppi della trattativa con il partito di minoranza alimentano le
perplessità di chi non crede nell’intesa / Allargamento, il flirt con
il Psd fa
scuotere parecchie teste: questo matrimonio non s’ha da fare / Per
gli scontenti del Pdcs il partito è in balia degli esponenti vicini a Comunione
e liberazione
Fra i
democristiani, in particolare, gli scontenti sono in tanti. La mossa verso gli
avversari, messa in moto e alimentata dalla corrente del partito vicina a
Comunione e liberazione (il gruppo dei ‘Valentiniani’) non piace proprio. Fra
le preoccupazioni c’è l’impatto che la mossa potrebbe avere in termini
elettorali. Mettersi con il Psd
potrebbe costare voti a vantaggio di forze alternative come l’Unione per la
Repubblica (Upr), nata proprio dalle ultime due fratture registrate fra gli
scudocrociati. C’è poi da considerare che dopo un accordo con il primo partito
di opposizione, spiegano gli scontenti, il Patto di fatto non esisterebbe più.
E le sue forze sarebbero ostaggio del Psd. Insomma, il partito di via
Ordelaffi, antagonista fino al pochi mesi fa, non può diventare un alleato. E
non è detto che le fazioni ostili all’accordo restino a guardare fino in fondo.
I colpi di scena, insomma, potrebbero non essere finiti.