Pensioni, secondo pilastro

Pensioni, secondo pilastro

E’ ripreso il confronto tra sindacati e Governo sulla previdenza complementare. In esame il progetto di legge presentato lo scorso ottobre dal Segretario di Stato alla Sanità. Obiettivo: evitare lo squilibrio finanziario dei fondi pensione. Tutti i calcoli attuariali indicano che la data limite è il 2020.

“Il progetto sul secondo pilastro pensionistico – afferma il segretario CDLS, Marco Beccari – è un punto di partenza. Ora serve un’approfondita analisi tecnica e un grande sforzo di concertazione tra governo, sindacati e datori di lavoro per definire anche a San Marino un sistema previdenziale misto di stampo europeo”.

Pensioni in equilibrio fino al 2020. “Due anni fa – continua Beccari – abbiamo presentato uno studio dell’Università Cattolica di Milano sui futuri scenari del nostro sistema previdenziale. E i risultati prevedono il 2020 come data limite, oltre la quale il sistema pensionistico entrerà in crisi, ricominciando a produrre un disavanzo. Un campanello d’allarme che come Confederazione Democratica abbiamo ripetutamente suonato, sottolineando soprattutto il rammarico per il mancato decollo della previdenza complementare, che si configurava come parte integrante del progetto riformatore del 2005”.

Per il segretario della CDLS è dunque cruciale a volontà di sciogliere il nodo della previdenza complementare: “La mancata introduzione anche a San Marino di forme integrative di pensione, cioè di un secondo pilastro a sostegno dell’attuale modello a ripartizione, sta pesando come un macigno sulle spalle dei nostri figli e dei nostri nipoti. La ripresa del confronto deve finalmente approdare ad un nuovo patto di solidarietà tra le generazioni, patto che necessariamente passa attraverso l’adozione della previdenza complementare”.

In attesa dei dati aggiornati, le ultime stime della Segreteria di Stato alla Sanità sull’andamento dei fondi previdenziali segna un attivo di circa 300 milioni di euro. I fondi in attivo riguardano pratciamneto solo quello dei lavoratori dipendenti.

Continua invece il profondo rosso per i fondi di commercianti, artigiani e agricoltori. Il primo presentava un disavanzo di 6 milioni e mezzo di euro, il secondo ne registrava uno di 4 milioni e mezzo, mentre quello degli agricoltori presentava un passivo di quasi 2 milioni e mezzo di euro. Deficit che viene ripianato ogni anno, prelevando risorse dal bilancio dello Stato. Sul Titano i pensionati sono quasi 7 mila (6.922 per l’esattezza) e la maggioranza (4mila) percepiscono una pensione mensile attorno ai mille euro.

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