PER RITROVARE INSIEME RAGIONI DI SPERANZA E DI IMPEGNO EDUCATIVO

<b>PER RITROVARE INSIEME RAGIONI DI SPERANZA E DI IMPEGNO EDUCATIVO</b>

Mercoledì 12 novembre eravamo in tanti nella chiesa della Colonnella a pregare per Andrea Severi, vittima di un gesto di assurda e gratuita violenza.
Concludevo il mio intervento dicendo: Vorrei poter incontrare l’autore di questo atto criminale, guardarlo negli occhi e chiedergli: Come hai potuto compiere tale sfregio a un tuo fratello, anzi a Cristo stesso presente in lui?

Oggi la domanda angosciante: ‘Chi è stato?’ ha la risposta, una risposta molto inquietante.
Gli autori hanno un nome e un volto a noi familiare. ‘Ragazzi normali’ si è detto da più parti, ma appunto questo deve fare riflettere tutti noi: questi ragazzi, che sono stati nelle nostre scuole, nelle aule di catechismo, che hai incontrato il giorno nel bar e magari ti hanno servito un caffè, la notte credono di vincere la noia, il non senso della vita, tirando petardi o dando fuoco a un barbone mentre dorme su una panchina. Ora che i colpevoli hanno confessato la giustizia deve fare il suo corso.
Non si chiedono per loro punizioni vendicative, ma opera di riparazione: che il pentimento espresso a parole sia la sincera presa di coscienza di un’enorme violenza commessa e si traduca in una effettiva ed efficace educazione al valore della vita.

Spero di incontrare i genitori, per condividerne l’angoscia e lo smarrimento e trovare insieme ragioni di speranza e di impegno.
C’è una responsabilità e un’urgenza di servizio educativo che riguardano tutti noi adulti. Dobbiamo interrogarci su quale testimonianza, quali ragioni di vita e di speranza sappiamo offrire. Nessuno è escluso da tale esame di coscienza: le famiglie, le nostre comunità ecclesiali, la scuola, le pubbliche amministrazioni, gli strumenti di informazione.

Vorrei soprattutto incontrare tanti giovani e rivolgermi ad ognuno di loro. Lo farò il 13 dicembre a Rimini per l’appuntamento della ‘Luce nella notte’ e in tanti altri luoghi della Diocesi. Desidero riflettere assieme a loro sul bene prezioso della nostra persona e di ogni persona, prima di tutto di quelle con le quali la vita è stata amara.
Vorrei in particolare incontrare i tanti giovani che si stanno impegnando nello studio e nel lavoro, in un cammino di fede e a servizio degli altri: nei gruppi parrocchiali, nelle case famiglia dell’associazione Giovanni XXIII, negli scouts, nell’AC, in CL, nei gruppi di servizio e di volontariato… desidero ringraziarli per quanto fanno e incoraggiarli a testimoniare che questo è il bello della vita, per sé e per gli altri.

Vorrei infine incontrare Andrea, ristabilito. Rinnovargli la nostra amicizia e solidarietà. Potergli dire che la sua sofferenza non è stata inutile, ma ha portato tutti noi a riflettere e ad impegnarci.

+ Francesco Lambiasi, vescovo

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