La prova oggettiva dell’immobilismo che ha bloccato l’attività del secondo governo post giugno 2006 formato da Partito dei Socialisti e dei Democratici, Alleanza Popolare, Sinistra Unita e Democratici di Centro, è costituita dalla mancata nomina del Presidente della Banca Centrale della Repubblica di San Marino dopo le
dimissioni del dr. Antonio Valentini.
E ciò nonostante gli attacchi all’intero sistema bancario e finanziario (dodici banche
e una cinquantina di finanziarie) proveniente dal procuratore di Forlì Fabio Di Vizio (Re Nero e sequestro di contante
destinato alla
Cassa di Risparmio), l’avvio della procedura di infrazione del
Moneyval
e da ultimo
l’esclusione dalla White List del Ministro Giulio Tremonti.
Tito Masi, Segretario di Stato all’Industria, ha attribuito in pratica al veto del Ddc
la mancata nomina
per la insistenza di questo partito per la candidatura, come in passato, di un professionista sammarinese. Nella polemica un giornale ha rivelato che nella discussione fra i governanti era stata presa in esame anche la
candidatura di Mario Monti.
Ora Mularoni smentisce: ‘La scelta di Mario Monti, di cui si è parlato, non è mai stata posta sul tavolo. Di certo, sulla sua persona nessuno avrebbe avuto da ridire‘.