‘Politicamente’: Quale futuro per il Ps? Intervista al capogruppo Alessandro Mancini

‘Politicamente’: Quale futuro per il Ps? Intervista al capogruppo Alessandro Mancini

 QUALE FUTURO PER IL PS? INTERVISTA AL CAPOGRUPPO ALESSANDRO
MANCINI

“Il
tavolo riformista è l’unico progetto che può riaggregare la sinistra e cambiare
il Paese”



 

N  on naviga in buone acqua il primo partito
all’opposizione, alle prese con l’azzeramento delle cariche interne e due
dimissioni importanti nel gruppo consiliare. Per uscire indenne dalla tempesta,
il Partito socialista è pronto a chiamare a raccolta la sua base, impegnata a
compiere “una decisione forte” sul suo futuro. 
Alessandro Mancini, capogruppo, non nasconde le difficoltà del momento,
annuncia la chiamata alle armi del popolo socialista per il Congresso generale
che dovrà  indicare, attraverso la
mozione finale, le direttive sul futuro del partito. Un futuro strettamente
collegato alle sorti del Tavolo Riformista in cui il Ps è impegnato in prima
linea perché  è  sì “l’unico progetto che può dare una risposta
all’esigenza di riaggregazione della sinistra”, ma anche- aggiunge- l’unica
prospettiva in grado di cambiare il Paese. Nella quarta intervista di
Politicamente, il capogruppo del Ps non si limita a delineare il percorso da
compiere per il suo partito e quello del Tavolo riformista. Mancini risponde al
collega Luigi Mazza del Pdcs sul ruolo attuale dei partiti tradizionali
sammarinesi. E ancora, chiarisce qual è la posizione del Ps su Iss ed emergenze
del Paese, in primis la crisi del settore edilizio. Infine, ci spiega perché i
referendum del  15 maggio saranno (politicamente)
determinanti.    

 

1)
Come mai c’è stato un ripensamento sul congresso del partito annunciato per il
12 marzo prossimo? Eppure temi da affrontare non mancano, dalla nomina delle
cariche interne azzerate, alla sostituzione dei consiglieri dimissionari… .

E’ bene precisare che era stata programmata un’assemblea
congressuale, non un congresso. E’ una differenza non da poco. L’assemblea
prevede infatti che solo i delegati del precedente congresso siano chiamati a
nominare la nuova dirigenza. Per ragioni di attualità, che non nascondo, ma
anche di carattere politico, rispetto in particolare all’evoluzione che avrà il
Tavolo riformista, abbiamo ritenuto di proiettarci verso un vero congresso
generale del Ps che coinvolga l’intero popolo socialista. Nostra intenzione è
di celebrarlo prima possibile, perché un congresso ci darà la possibilità di
intervenire in modo più forte e determinato, con una mozione finale che dia
direttive sul futuro del partito, cosa che per statuto con l’assembla non era
possibile fare. Ci attende quindi una decisione forte sul nostro futuro. L’evoluzione
del tavolo potrà determinare infatti una serie di variabili e affrontarle in un
congresso generale sarà più efficace per la portata del coinvolgimento di tutta
la base. Rispetto invece le sostituzioni da farsi in Consiglio grande e
generale, ancora la riserva di Augusto Casali per il suo ingresso in Aula al
posto di Rossano Fabbri non è stata sciolta, non posso rispondere in merito alle
sue scelte personali. Mentre per la sostituzione del dimissionario Paride Andreoli
subentrerebbe Antonio Volpinari che ha già dichiarato di essere a disposizione
del partito.

2) Quindi il futuro del Partito
socialista è inevitabilmente legato al cammino che farà il Tavolo riformista?
Quali le aspettative?

Per noi il Tavolo riformista è un progetto politico
molto importante, e non solo perché in questo momento è l’unico progetto che
può dare una risposta all’esigenza di riaggregazione della sinistra. E’
importante perché crediamo che il Paese abbia bisogno di cambiare,  servono riforme e quindi il coraggio di
realizzarle. Solo una entità politica di matrice riformista può incidere in
maniera determinante per la soluzione dei tanti problemi che oggi abbiamo. Per
queste ragioni il Partito Socialista è impegnato al tavolo riformista. Siamo attualmente
nella fase di rielaborazione dei programmi che saranno presentati alla
cittadinanza il prossimo 25 marzo. E’ chiaro che dopo la definizione programmatica
serve una sintesi politica. I progetti son tutti belli, ma se non hanno gambe, avremmo
fatto l’ennesimo libro dei sogni messo a disposizione, senza alcun effetto.

In questo momento, volutamente, nell’agenda politica
del Tavolo riformista non c’è la discussione sulla politica delle alleanze perché
crediamo che, prima ancora di affrontare questo aspetto- cosa che comunque
dovremo fare alla svelta- sia assolutamente necessario aver fissato le direttrici
programmatiche e consolidato il rapporto politico. A quel punto partirà il
confronto, senza escludere nessuno.

3) A proposito di alleanze, nella
precedente intervista di Politicamente, il capogruppo del Pdcs, Luigi Mazza,
ammoniva alcune forze al tavolo riformista ricordando che è più facile
dialogare tra partiti popolari che non con i movimenti. Lei è dello stesso
avviso?
Del messaggio
lanciato da Mazza sicuramente va condiviso l’aspetto di carattere politico.
In questo momento, le organizzazioni politiche tradizionali sono ancora una
risposta al Paese o il futuro è solo esclusivamente dei

movimenti? Io credo che con una loro evoluzione, comunque
necessaria, il Paese abbia bisogno ancora dei partiti quale anello di
congiunzione indispensabile tra i cittadini e le istituzioni.

4) Presto si terrà una
Commissione consiliare dedicata all’audizione dei vertici dell’Iss, cosa vi
aspettate?

Tra le tante emergenze, la questione dell’Iss è la più importante. La sanità accessibile
a tutti infatti è una conquista per i cittadini sammarinesi che nessuno può
permettersi di smantellare. Lo stato di agitazione interno all’ospedale ha
raggiunto livelli allarmanti cui vanno posti dei rimedi. Avevamo chiesto un dibattito
in Consiglio che è stato spostato a marzo, in attesa dell’audizione con i vertici
dell’Iss. Sicuramente in Commissione la dirigenza dovrà rispondere sule cose
che non hanno funzionato e non potrà limitarsi a raccontare le poche cose fatte,
perché i problemi sono sotto gli occhi di tutti. Non possiamo permetterci che
ogni due giorni sostituiamo un medico e che ne risentano i nostri servizi. In
sintesi, dopo quell’audizione, riteniamo sia necessaria una svolta, e a volte
le svolte sono anche frutto di scelte drastiche. Se non ci saranno risposte
chiare con fatti concreti, il Ps, pur non avendo sottoscritto l’Odg che mette
in discussione la

nomina del Direttore generale, lo voterà
favorevolmente.

5) Oltre la sanità, quali sono
per il Ps le altre emergenze del Paese?

Le emergenza sono diverse, la questione dello sviluppo
ancora oggi non ha trovato le risposte necessarie.

Alessandro Mancini

Il livello di burocrazia nel nostro Paese resta troppo
elevato e la nostra Pa risulta non compatibile con le realtà circostanti. Non
basta poi avere una pressione fiscale leggera per attirare investimenti.

Altra emergenza è rappresentata dal settore immobiliare.
Si evita di parlare della crisi che lo investe perché di difficile soluzione, ma
è uno degli elementi da affrontare in maniera seria e decisa. La crisi del
settore immobiliare sta infatti producendo effetti devastanti nel settore
bancario e nel comparto edile e artigianale. Se ancora si tarderà a dare
risposte, l’effetto domino sicuramente potrà avere conseguenze devastanti

sull’intero sistema economico sammarinese. Il
governo e la maggioranza su questo punto hanno dimostrato di essere del tutto
inadeguati: prova ne è il dibattito innescato da noi socialisti in fase di Legge
di Bilancio, sulla possibilità dell’intestazione degli immobili ai non
residenti. Siamo ancora lontani anni luce dalla ricerca di  una soluzione.

6)
La Reggenza ha fissato per il prossimo 15 maggio l’appuntamento referendario.
Quanto sarà determinate per le sorti del governo e dell’attuale legislatura?

Dopo il 15 maggio l’esito referendario farà da
spartiacque sulla parte finale di questa legislatura. Se il risultato del
referendum sul polo del lusso andasse a bloccare l’investimento del gruppo
Borletti, la crisi di governo sarebbe inevitabile. Allo stesso modo, qualora il
risultato fosse in favore dell’investimento, comunque si aprirà una fase pre-elettorale
in cui  i partiti di maggioranza
cercheranno di capitalizzare forse l’unico risultato raggiunto in questa
legislatura.

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