“Non è questo il modello di sviluppo che credo più opportuno per il nostro Paese.
Indipendentemente da quello che penso, però, la popolazione si è espressa con un referendum: vox populi, vox dei. I sammarinesi hanno voluto il Polo. E lo avranno”.
Il consigliere di Rete Giovanni Maria Zonzini commenta così l’annuncio dell‘apertura il 24 giugno di “San Marino Outlet Experience”, il centro che fu prima Polo del lusso, poi Polo della moda.
Sul proprio profilo Facebook, il giovane consigliere di maggioranza ricorda le battaglie ai tempi del referendum del 15 maggio 2016 che chiedeva il ripristino a parco dell’area verde in cui poi è stato costruito il centro. Rete e i suoi esponenti furono tra i promotori di quel referendum abrogrativo.
Nelle urne i sammarinesi per il 50,35% votarono no all’abrogazione della variante Prg, e così la costruzione potè procedere.
“Ricordo – scrive – che la propaganda pro-polo – poco prima del referendum – arrivò a parlare di circa 1.000 posti di lavoro generati dal nascente Outlet di Rovereta. Ora pare siano 140 e quasi nessuno verrà assegnato ad un residente, a quanto emerge pubblicamente.
Venivano annunciate, se non vado errato, non meno di € 100.000.000 (cento milioni) di entrate fiscali in qualche anno.
In pompa magna venne strombazzata l’altisonante cifra di 2.000.000 di visitatori all’anno, ciò significa che – supponendo apertura di 12 ore 365/365 – dovremmo aspettarci mediamente 450 visitatori all’ora.
Questi numeri all’epoca mi lasciavano abbastanza perplesso, per non dire che mi sembravano delle grandi sciocchezze. Ora però vedremo i numeri reali e potremo fare i dovuti confronti.
Al netto dei numeri, però, non è questo il modello di sviluppo che credo più opportuno per il nostro Paese.
Indipendentemente da quello che penso, però, la popolazione si è espressa con un referendum: vox populi, vox dei. I sammarinesi hanno voluto il Polo. E lo avranno.
Perduto il referendum nel 2016, mi auguro che l’Outlet raggiunga i successi che vennero annunciati (1.000 posti di lavoro, 100 mln di entrate, 2 mln di visitatori ecc ecc)”.
Zonzini chiude la riflessione con “l’auspicio che fra pochi anni quell’enorme colata di cemento non diventi un (altro) gigante vuoto”.
digià
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