Posizione del Governo su caso Smi

Posizione del Governo su caso Smi

In merito alle reazioni scomposte del Governo a seguito della pubblicazione dei 1.200 nomi del “caso SMI”, riteniamo che queste siano eccessive e abbiano lo scopo di distrarre l’attenzione da quelli che sono i veri nodi del rapporto con l’Italia.

Certamente, anche noi conveniamo che sia stato inopportuno pubblicare i nomi di persone che non risultano formalmente indagate, ma questo non deve essere il pretesto per alzare polveroni fingendo di ignorare le lacune che permangono nella collaborazione con l’Italia.

Se vogliamo essere credibili e mostrare autorevolezza nella trattativa in corso dobbiamo sgombrare il campo da equivoci e furbizie “alla sammarinese” togliendo alibi a chi non volesse raggiungere un accordo dignitoso per entrambi gli Stati.

Siamo certi che l’Italia non sopporti più nessun tipo di dilazione dopo le prese in giro che i nostri governanti hanno messo in atto nei confronti delle istituzioni italiane dagli anni ‘90 in poi.

A proposito delle difficoltà sul caso SMI i Consiglieri di Sinistra Unita già lo scorso anno avevano messo in guardia da alcune disposizioni che avrebbero sicuramente creato problemi nella trasmissione di atti all’Italia.

La maggioranza se da una parte ha riconosciuto come farraginose e inadeguate alcune di queste norme modificandole, dall’altra ha scelto di non applicarle.

Come mai una simile ostinazione, quando sarebbe bastato poco per fare bella figura mostrando collaborazione a tutto campo? Cosa c’è da nascondere? Si vuole coprire qualcuno?

Questa scelta si sta già mostrando controproducente in quanto a Roma non hanno certo gradito che siano stati comunicati i soli nominativi dei correntisti senza alcun documento annesso, rendendo di fatto impossibile ogni indagine prima di avere compiuto ben 1.200 notifiche individuali.

Non dimentichiamo che se fosse in vigore lo scambio automatico di informazioni, come promesso dal Governo ma non ancora comunicato in maniera chiara e precisa, queste informazioni sarebbero rese d’ufficio e quindi questa ritrosia da parte sammarinese non può che alimentare la diffidenza sulle reali volontà del nostro Paese.

Noi dunque non ci stiamo a prestare il fianco a simili ambiguità, esponendo il Paese ai gravi rischi ormai ben noti di fronte ai quali il Governo appare rassegnato e passivo.

Un Governo che anziché prendere atto della realtà e con dignità cercare soluzioni efficaci, si mostra letteralmente ossessionato dalla stampa e dai giornalisti, di qualunque cittadinanza e di qualunque gruppo editoriale, senza distinzioni!

Anziché prendere atto dei propri fallimenti – Back List e Banca Centrale in primis – e rimettere il proprio mandato di fronte al Consiglio, si preoccupa di evidenziare le contraddizioni del nostro vicino.
Per ripartire da un pino di pari dignità con l’Italia dovremmo avere il coraggio di dire che San Marino non tollererà più alcuna forma di evasione fiscale, tantomeno quella contro il fisco sammarinese.

Solo su questa linea di azione per la legalità e l’equità si può collaborare con l’Italia e chiedere a nostra volta analoga collaborazione reale e fattiva.

Uno Stato fondato sull’evasione altrui non è più tollerato nella comunità internazionale, i tempi sono cambiati. Se il Governo non lo ha capito allora faccia immediatamente le valigie prima che siano i sammarinesi a doverle fare!

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