Precari ISS. Seconda Lettera aperta al Paese

Precari ISS. Seconda Lettera aperta al Paese

Dopo tante settimane in cui si è a lungo dibattuto in merito alla tematica “libera professione in Sanità”, torniamo a rivolgerci al Paese per riportare l’attenzione su un tema a nostro avviso parimenti importante e stringente: il precariato nell’Istituto per la Sicurezza Sociale.

Tre mesi fa in una precedente lettera aperta al Paese avevamo esposto la situazione di noi Precari all’interno dell’Istituto per la Sicurezza Sociale, denunciando come il precariato I.S.S. rappresenti una realtà

numericamente considerevole (almeno il 15% del personale dipendente), strutturata in alcuni casi anche da

diversi anni (fino a 20!) con Servizi interamente gestiti da Precari (per citare alcuni tra gli esempi più eclatanti sono Precari i referenti di alcuni uffici amministrativi e più della metà del personale medico in reparti come la Medicina e la Chirurgia).

Le medesime tematiche sono state in più occasioni esposte ai Segretari di Stato competenti, alle organizzazioni sindacali ed alla Direzione Generale dell’istituto.

Abbiamo presentato all’Eccellentissima Reggenza un’istanza d’Arengo corredata da 800 firme (istanza giudicata ammissibile e in attesa di esame dal Consiglio Grande e Generale).

Sono state pubblicamente fatte promesse di rivedere e regolarizzare la situazione, sono stati presi impegni, si è parlato di individuare un fabbisogno I.S.S. concreto che potesse finalmente ridare dignità alla professionalità di chi da molti anni presta la propria opera per il bene collettivo (senza garanzie e con ingente disparità di trattamento economico nei confronti dei colleghi di ruolo).

Tante promesse, nessuna risposta concreta.

Il 30 giugno prossimo è la data di scadenza del nostro contratto di lavoro; al momento attuale ancora non

sappiamo se sarà rinnovato, per quanto tempo, a quali condizioni, con quali modalità.

Questa situazione di precarietà, oltre a svilire la dignità professionale di noi Precari, genera un clima

d’incertezza all’interno dei vari Servizi e non consente di garantire una pianificazione/programmazione a

medio e lungo termine delle attività destinate alla popolazione.

Se l’interesse della politica è il bene comune, se è vero che una buona Sanità si basa sulle risorse umane che

vi sono impiegate, se è vero infine che l’Istituto per la Sicurezza Sociale ha il dovere di assicurare la

continuità e la regolarità delle cure (cit. Carta dei Servizi), ora pretendiamo risposte concrete.

Un gruppo di 148 Precari dell’Istituto per la Sicurezza Sociale

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