Pro democrazia in Iran

Pro democrazia in Iran

San Marino e altri 14 Paesi al fianco del movimento per la liberazione dell’Iran

Maryam Rajavi, leader del movimento di opposizione al regime degli ayatollah di Khamenei, ha convocato a Taverny (Parigi) gli iraniani in esilio e i rappresentanti di quei parlamenti nel mondo che sostengono la lotta del movimento di liberazione dell’Iran. Una marea umana, (la Cnn ha stimato oltre100.000 persone), si è riunita nello stadio alla periferia della capitale francese sabato pomeriggio per ascoltare gli interventi di coloro che si battono per rovesciare il regime dittatoriale dando pieno sostegno alla Rajavi, presidente del governo iraniano in esilio. Fra i delegati presenti anche Mirko Tomassoni e Giuseppe Morganti che hanno consegato direttamente nelle mani della Rajavi il documento sottoscritto dalla maggioranza del Consiglio Grande e Generale (31 consiglieri appartenenti a tutti i gruppi politici) di solidarietà con il movimento di liberazione dell’Iran e di sostegno alla citta di Ashraf in Irak dove un campo profughi iraniano rischia di essere lasciato in balia delle forze militari iraniane che potrebbero arrestare, torturare e uccidere più di 3.000 persone. Ashraf è diventato il simbolo della lotta di liberazione dell’Iran e proprio la miniatura della “Torre della Pace” di questa città è stata donata da Maryam Rajavi al Consiglio Grande e Generale ringraziandolo della solidarietà espressa. Il governo in esilio mira alla destituzione del regime degli ayatollah ritenuto un pericolo non solo per il popolo iraniano, ma per l’intero pianeta, affermando principi universali quale la democrazia, il rispetto dei diritti civili, l’abolizione della pena di morte, la parità fra uomini e donne, la gestione laica dello Stato. Tomassoni e Morganti hanno discusso con i responsabili del governo iraniano in esilio un’iniziativa di informazione rivolta ai sammarinesi per poi progettare la visita della Rajavi a San Marino. Sono 15 i Paesi i cui parlamenti hanno sottoscritto il documento di solidarietà fra questi Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi e il senato degli Stati Uniti.

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