Professioni, storico accordo tra i Periti di San Marino e Italia

Professioni, storico accordo tra i Periti di San Marino e Italia

Un successo dell’Ordine dei Periti Industriali, frutto di lavoro e paziente tessitura dei contatti.

È stata infatti siglata il 19 maggio 2021 la “Convenzione di reciprocità” tra l’Albo e Collegio dei Periti Industriali e Periti Industriali Laureati della Repubblica di San Marino (CPISM) e il Consiglio Nazionale Periti Industriali e Periti Industriali Laureati della Repubblica Italiana (CNPI) e confermato con l’ulteriore incontro ufficiale del 15 giugno. Tale Convenzione supera l’Accordo Bilaterale del 2009 e ristabilisce per i due Ordini e i due Stati rapporti privilegiati e ravvicinati, approfondendo le peculiarità della situazione sammarinese ed italiana rispetto ai rapporti finora intrattenuti con lo Stato Italiano e filtrati dalla sua appartenenza all’Unione Europea. 

Si tratta di un passo importante e fondamentale che gli Ordini hanno ritenuto di stendere direttamente, a dimostrazione di come la politica debba seguire ed integrare gli interessi e gli obiettivi delle categorie prima di intraprendere processi legiferativi. In tempi in cui il proliferare di troppe leggi rischia di generare disorientamento è necessario che le parti sociali e professionali vigilino e riprendano il loro ruolo di orientamento politico e di controllo informando, indirizzando, coadiuvando la Comunità. Superato e migliorato l’Accordo Bilaterale del 2009 con l’Italia che legava il riconoscimento della professione in Italia alla conformità a normative europee vincolanti per l’Italia in riferimento all’Europa, inoculando di fatto regole europee con la Convenzione si conferma il rapporto privilegiato con l’Italia per la peculiarità dell’identico percorso professionale, formativo e abilitante dei periti industriali Sammarinesi ed Italiani rispetto al generale contesto delle professioni in Europa, così rimarcandone le specificità.  

Come è noto, l’identico percorso di studi con diploma conseguito in Italia, l’identica formazione professionale, l’identico esame abilitante presso l’Albo e le identiche competenze non necessitano di un processo di verifica semestrale o ulteriormente lungo per essere riconosciuti ai fini dell’operatività nei due Stati come può essere ed è richiesto dal Ministero della Giustizia Italiana per Paesi Europei dove i testi scolastici, il percorso di studi, la formazione e l’eventuale abilitazione professionale seguono piani di studio e di formazione differenti, a volte troppo settorializzati e perciò limitati, richiedono l’esame delle competenze. E ciò è tanto vero se pensiamo che l’Europa è diventata da tempo un’autentica fucina di nuove professioni e specializzazioni, tra queste la proprietà industriale, in realtà ricadenti in vecchie competenze delle libere professioni, vigilate da lobbies associative differenti dagli ordini professionali, i quali si conformano a codici deontologici. Con tale Convenzione San Marino si riserva una specificità e un privilegio rispetto ai cittadini europei e inizia a giocare un ruolo vigile, seppur non sia parte dell’UE. 

Allo stesso tempo questa Convenzione anticipa e crea un precedente importante, qualificandosi quasi come linea guida nell’armonizzazione delle professioni a livello europeo, se pensiamo che realizza in anticipo i desiderata di cui alla Direttiva 2005/36/CE e alla Direttiva 2013/55 UE dove si mira al riconoscimento automatico delle professioni tra gli Stati Membri volto a favorire la mobilità dei professionisti e ad implementare il libero mercato e la libera concorrenza secondo gli obiettivi del Trattato UE, riconoscimento che al momento in Italia in base al d.lgs. 206/2007 è più fluido solo per alcuni tipi di professioni come quelle sanitarie. Il percorso si inserisce, peraltro, nell’ambito di una maggiore fluidità e armonizzazione che recentemente si sta realizzando in Europa anche a livello di titoli professionali e previsione in certi settori di lauree abilitanti.

Pertanto, da San Marino partirebbe un input per realizzare la piena armonizzazione nell’ambito delle libere professioni non solo bilateralmente, ma quale linea guida per ciò che l’Europa persegue da tempo senza ancora averla raggiunta. Una grande occasione anche per il Governo che ne è già informato.

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