PSICOLOGO IN CORSIA PER AIUTARE PAZIENTI E FAMIGLIARI: RESOCONTO DEL CONVEGNO

<b>PSICOLOGO IN CORSIA PER AIUTARE PAZIENTI E FAMIGLIARI: RESOCONTO DEL CONVEGNO</b>

E’ in svolgimento, presso l’ospedale ‘Infermi’ di Rimini (Aula G), il convegno di psicologia ospedaliera di Area Vasta dal titolo ‘Ospedale: luogo di cura, di vissuti e di relazioni’. Nel corso del pomeriggio vi sarà una sezione clinica dedicata agli psicologi ospedalieri con confronto delle esperienze cliniche di Rimini, Cesena, Forlì e Ravenna (Area Vasta Romagna), col supporto del dottor Gaetano Trabucco (responsabile del Servizio di Psicologia Clinica dell’Ospedale di Verona).

Nel corso della mattina si sono svolte invece alcune relazioni seguite da una tavola rotonda. La dottoressa Maria Maffia Russo (Direttore del programma di Psicologia dell’A.Usl di Rimini e organizzatrice dell’evento) ha illustrato i risultati di un questionario somministrato a 592 operatori aziendali (medici, infermieri e altre figure sanitarie) rispetto ai bisogni legati alla sfera psicologica. ‘E’ emerso – ha spiegato Russo – che tutte le figure professionali coinvolte gradiscono o gradirebbero la presenza di figure di psicologi a sostegno del loro lavoro per aiutarli a gestire al meglio le emozioni e la relazione col paziente e con i suoi famigliari. Anche rispetto all’insorgenza di eventuali conflitti, che in situazioni così delicate possono facilmente presentarsi’. Secondo gli operatori sanitari, inoltre, lo psicologo potrebbe essere utile nella gestione delle emozioni del paziente rispetto alla diagnosi e soprattutto alla prognosi della sua malattia.

Dai lavori della mattinata, coordinati da Massimo Ferrari (Direttore del Dipartimento di Formazione, Comunicazione e Rapporti col Pubblico dell’A.Usl) è poi emerso che lo sviluppo della medicina richiede sempre più una presa in carico del paziente, inteso come persona, non come semplice portatore di malattia. E’ quindi importante tenere conto degli aspetti biologici, ma anche psicologici e relazionali del paziente, ma anche dei suoi famigliari, relazionandosi con le associazioni di pazienti. Un altro aspetto importante è il sostegno per gli operatori stessi. ‘L’operatore – ha spiegato ancora Russo – deve gestire emozioni fortissime, e questo porta una grossa fatica, un coinvolgimento. Di certo un operatore consapevole delle relazioni che si instaurano in particolari momenti della vita, come quello della malattia, sarà un operatore che può lavorare meglio’.

Il dottor Ferrari ha osservato che ‘dobbiamo puntare ad una alleanza terapeutica tra i diversi operatori che lavorano in ambito ospedaliero al fine di condividere il contributo della psicologia alle discipline mediche ed infermieristiche, con l’obiettivo comune di assumere una pratica clinica centrata sul paziente e migliorando le relazioni’.

Assente per sopravvenuti e improrogabili impegni, il dottor Angelo Fioritti (responsabile del servizio di Salute Mentale Dipendenze Patologiche e Salute nelle Carceri della Regione Emilia Romagna) ha fatto pervenire al convegno un suo messaggio in cui, tra l’altro, ha sottolineato che l’integrazione con la psicologia negli ospedali è un modo per ‘valorizzare il potenziale di salute del cittadino’.

Nell’A.Usl di Rimini è attivo da due anni un progetto che vede la presenza di psicologi in varie Unità Operative, tra cui quelle di Pediatria, Terapia Intensiva Neonatale, Oncologia, Hospice-Terapia Antalgica, Nefrologia. ‘Ci stiamo concentrando per individuare – ha spiegato la dottoressa Russo – quali sono gli strumenti di pratica clinica migliori per collaborare coi professionisti medici’. Tra i bisogni che più frequentemente i pazienti, o loro famigliari, manifestano, vi sono in particolare le fragilità dei genitori che hanno figli che stanno male, o anche dei bimbi che hanno i fratellini ricoverati e che si sentono trascurati dai genitori. Vi sono poi le emozioni legate a diagnosi infauste o che cambiano la vita, come ad esempio un ictus o un tumore.

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