Quel ‘crac di San Marino’ davvero non ha fondamento

Quel ‘crac di San Marino’ davvero non ha  fondamento

In un articolo che partiva dalla prima pagina
Mario Gerevini di Corriere della Sera
domenica scorsa ha scritto di ‘crac’ imminente per la Repubblica di San Marino per due voragini create in concomitanza da

– Delta, partecipata Carisp San Marino: ‘si parla, senza conferma, di 1,5-2 miliardi di euro

– scudo fiscale: secondo il dr. Valerio De Molli di Studio Ambrosetti ‘un punto percentuale di raccolta in meno corrisponde ad un analogo calo del Pil. Se così fosse, in poche settimane di scudo se n’è andato il 7,3% del Pil sammarinese‘.

Delta. L’illazione è stata raccolta da Il Messaggero negli ambienti di Intesa Sanpaolo. È stata subito tassativamente smentita da Mario Fantini, appena tornato libero, da Tito Masi, da Paola Stanzani. E da altri. Ed anche dal buon senso essendo Delta un soggetto vigilato Banca d’Italia. Soggetto, fra l’altro, continuamente ispezionato.

Raccolta e Pil. De Molli, nella
conferenza stampa di presentazione del San Marino Forum 2009, ha fatto presente che, una variazione (positiva o negativa) dell’1% della raccolta provoca in media una variazione dello stesso segno dell’1,02% del contributo del settore finanziario al Pil. Contributo del settore finanziario al Pil che nel 2008 è stato del 18,6%. Da quanto ha detto De Molli si deduce che, per calcolare l’incidenza della variazione di un punto di raccolta del sistema finanziario sul Pil, occorre considerare solo il 18,6% di quel 1,02. Vale a dire: 0,189. Quindi un eventuale calo del 7,3% della raccolta potrebbe al più causare una riduzione di 1,38 punti Pil e non di 7,3 o 7,4 punti Pil.

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