Quell’aiuto – per modo di dire – dell’Italia a San Marino. Sensini, Corriere della Sera

Quell’aiuto  – per modo di dire – dell’Italia a San Marino.  Sensini, Corriere della Sera

Mario Sensini, Corriere della Sera, sotto il titolo ‘San Marino, il ‘salasso’ e la tregua di Roma. Titano a rischio. I deflussi verso l’Italia avrebbero già toccato 2,4 miliardi di euro’, sostiene che l’Italia – e, in particolare, Giulio Tremonti – avrebbe in qualche modo deciso di salvare – bontà sua – la Repubblica di San Marino dal‘crac’ che lo stesso giornale aveva dato per certo e inevitabile, qualche settimana fa, con un articolo di Mario Gerevini.
La ‘bontà’ del governo italiano, cioè di Tremonti, come si sarebbe espressa?
Con la firma di un accordo di collaborazione, disgiunto dalla firma delle modifiche contro le doppie imposizioni, e con l’accorciamento del periodo concesso per il rimpatrio effettivo dei capitali per San Marino di sei mesi anziché di un anno come per gli altri Paesi! Due mazzate tremende che si sono abbattute come due cicloni uno dopo l’altro sulla Repubblica di San Marino, alle prese con la coda dello scudo fiscale (in cauda venenum), dopo una campagna condotta con una strategia cui è mancato solo l’uso di bombardieri per essere definita militare.
Due mazzate, una datata 26 novembre e l’altra 2 dicembre, che hanno indotto il governo di San Marino, per salvare il salvabile, a emanare un decreto d’urgenza per la creazione di un
fondo di riserva nel sistema bancario con una aliquota da rapina (8%).

Lo stesso Sensini finisce con l’ammettere che l’aiuto di Tremonti per far evitare a San Marino il collasso si è attuato ‘con una formula curiosa‘!
Solo qualche governante sammarinese – in cul de sac – non si è ancora accorto di essere vittima della Sindrome di Stoccolma o, in mala fede, finge.
Vedi articolo di Mario Sensini, Corriere della Sera

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