Referendum Polo del Lusso. Psd

Referendum Polo del Lusso. Psd

COMUNICATO STAMPA
Lo abbiamo sottolineato venerdì scorso come membri della coalizione Bene Comune. Lo ribadiamo nuovamente oggi dopo aver ascoltato gli interventi di una fetta, minima, dell’opposizione. E lo ribadiamo: siamo per un deciso ‘No’ al quesito sul Polo della Moda ed un ‘No’ al clima di gratuite insinuazioni, accompagnate da falsità, spesso sfociate in insulti. 
Accuse che il PSD rispedisce al mittente. Insinuazioni, oltretutto, che non stanno risparmiando neppure alcuni partiti di opposizione.
Siamo ancora più convinti che questo livello di scontro politico rischi di condurci nel baratro di una antica epoca, fatta di barbarie verbali e ingiurie che speravamo ormai fossero‘vintage’.
Ripetiamo che, per la prima volta, si è contrattata una Convenzione, resa pubblica tempestivamente e posta sotto la lente di ingrandimento di  tutta la politica. Un metodo nuovo in evidente rottura con quanto accadeva in passato; diversi partiti di opposizione lo hanno riconosciuto.
La frangia minoritaria dell’opposizione ha ribadito come il referendum non sia contro il progetto ma, a loro modo di vedere, contro l’abitudine del governo di decidere da solo sull’utilizzo del Territorio e la confezione di Leggi ad hoc per l’investitore di turno.
In sostanza non si tratta di decidere nella cabina referendaria unicamente sulla variante del PRG, ma principalmente sulla realizzazione del Polo della Moda, un investimento estero di entità mai vista prima, che può trasformarsi in un volano efficace per l’economia del Paese ed in elemento di attrazione per altri investimenti.
La maggioranza ed il Governo hanno messo in cantiere una serie di appuntamenti con i cittadini con la volontà di informare i sammarinesi sul contenuto della Convenzione, sulle prospettive che aprirà, sui contenuti pratici, di opportunità lavorative e di sviluppo che il ‘No’ al quesito referendario comporterà.
L’affermazione degli stessi oppositori: “Non è in ballo la bontà dell’investimento, ma il rapporto tra Istituzioni e cittadini” lascia intendere che questo referendum sia stato messo in piedi solo per far cadere il governo, senza considerare i danni che deriverebbero dalla perdita di questo progetto per il sistema paese.
L’Ufficio stampa            2 maggio 2016
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