Repubblica futura: “Governo in confusione”

Repubblica futura: “Governo in confusione”

Repubblica futura: “Governo in confusione”

Siamo ormai vicini alla fine di ottobre, nell’imminenza della prossima sessione consiliare e le posizioni del governo sullo stato dell’economia sono sempre più confuse ed evanescenti.

Il segretario di Stato Gatti, nella seduta della Commissione Finanze di ieri, sfodera l’esempio della “lunghezza della gamba” per descrivere l’atteggiamento dell’esecutivo sul tema dell’emissione obbligazionaria, sperando che la gamba non inciampi e provochi una caduta rovinosa.

Oggi un sito web economico classifica l’emissione come caratterizzata da “tanti rischi e fondamentali deboli”. Rf ritiene che tale attività debba essere accompagnata da un progetto economico strutturato e credibile, supportato magari dal Fondo monetario internazionale, istituzione su cui è sceso un silenzio preoccupazione.

La “politica della gamba” andrebbe misurata anche su quanto accade nel settore finanziario. Ci sono voci di fusione fra due banche, il progetto Npl ancora non decolla così come, nonostante il riferimento in Commissione Finanze e un nuovo management, il dossier Carisp è ancora fermo al palo, rappresentando una pesante zavorra per ogni progetto di bilancio per lo Stato.

In più si aggiunge il carico da novanta dell’Iss. Lo scorso week end il segretario di Stato per la Sanità annuncia in pompa magna la costruzione di un nuovo ospedale (opera che potrebbe rasentare il costo di 100 milioni di euro); poi, in settimana, il responsabile amministrativo dell’Iss afferma la difficoltà a pagare la tredicesima mensilità ai pensionati ma Ciavatta rassicura tutti dicendo che i soldi si trovano.

La Csu dà finalmente segnali, per quanto flebili, di vita e gioca a nascondino con il segretario di Stato per l’Industria, stile bambini capricciosi: se non mi inviti alla tua festa vengo lo stesso con i miei amici. Voglia di essere presenti al tavolo in cui si disegna il progetto di sviluppo del Paese solo per dire noi siamo qui?

Dall’esterno abbiamo l’impressione di una enorme confusione sullo sviluppo in cui manca il pezzo più importante: un progetto complessivo di lungo periodo.

Facciamo un esempio: l’economia green può essere uno scenario possibile per unire i diversi impulsi e sensibilità provenienti dal governo e dal Paese? Oppure ci sono dei piani di contingenza per traghettare il settore turistico al 2022, anno che ragionevolmente sarà il primo post Covid?

Facciamo queste semplici domande per stimolare il governo a scendere dalla torre d’avorio in cui si è arroccato dopo le elezioni.

Torre da cui guarda dall’alto gli amici e i nemici, lontano dai cittadini, dalle associazioni di categoria, dai sindacali e dal confronto con le opposizioni. La delicatezza del momento richiede un approccio innovativo e non convenzionale che il governo non pare volere seguire.

Rf torna a manifestare preoccupazione e l’auspicio che, in vista della ormai prossima stesura del bilancio di previsione 2020, il governo scenda dalla torre e inizi a rendersi conto della realtà mettendo da parte le foto e gli annunci inutili. Alle elezioni mancano ancora quattro anni e forse sarebbe il caso di iniziare a produrre qualche atto concreto nell’interesse di tutti.

 

Repubblica futura

 

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