RETE su tavolo di sviluppo: governo legifera col ‘copia e incolla’

RETE su tavolo di sviluppo: governo legifera col ‘copia e incolla’

Fiumi di parole, fiumi di tempo sono stati spesi in favore del tavolo di sviluppo negli ultimi mesi e l’argomento ha occupato buona parte dei lavori dell’ultimo Consiglio Grande e Generale.

Un tavolone che ha coinvolto forze politiche, associazioni categoria, tutte interpellate “per gestire la complessa fase di transizione del sistema San Marino ed impostare le nuove condizioni e i caratteri dello sviluppo con il più ampio e responsabile concorso di contributi”, come aveva detto il governo mesi addietro. Una situazione così delicata e complessa che, dichiarava pochi giorni fa il Segretario Felici nella sua relazione al Consiglio, necessita di una “visione prospettica del futuro di San Marino che comporta sostanzialmente ridisegnare l’orizzonte, ovvero riposizionare San Marino nel contesto internazionale”. Sono addirittura previsti una quarantina di decreti per dare attuazione a queste nuove traiettorie di sviluppo. Ammazza oh!!

Peccato però che il progetto di legge presentato ieri dal governo ai soggetti presenti al tavolone, abbia sì una visione prospettica, ma al passato. Il documento, prodotto con così tanto sudore e così tante meningi spremute, altro non è che il copia-incolla di un decreto già esistente e in vigore dal 2007.

Non stiamo parlando di principi generici che ispirano il nuovo progetto di legge per lo sviluppo, parliamo proprio di un testo che per metà è copiato di sana pianta dal decreto delegato “Disposizioni fiscali per incentivare gli investimenti e il consolidamento dell’impresa”, ratifica del 29 maggio 2009 n.65.

Cioè, per capirci: il governo mesi fa organizza il tavolo per lo sviluppo in cui ogni partecipante è chiamato a dare il proprio contributo; se ne parla, si discute, si contesta in tutte le sedi dovute e alla fine….il governo presenta un progetto di legge in cui tutta la prima parte è copiata pari pari da un decreto già in vigore da ben 6 anni!

E per la seconda parte del progetto di legge, il governo smentisce tutte le dichiarazioni pubbliche fatte recentemente. Ad esempio conservando tra i poteri del Congresso dei Stato quello di concedere o meno benefici di vario genere alle nuove imprese estere. Ma non era il Segretario per l’industria Arzilli a dichiarare (febbraio 2013) “Vogliamo togliere la discrezionalità della politica su tanti settori: l’impresa deve essere libera di agire in un paese – dal punto di vista burocratico – moderno e al passo con gli altri paesi”.

Come è possibile lamentarsi di una P.A. inefficiente, quando il governo copia dal compagno di banco? Come si possono chiedere sacrifici a una popolazione che viene, giorno dopo giorno, presa spudoratamente per i fondelli? E complimentoni anche ai consulenti e a tutto il corteo di clown e vallette pagati con i soldi pubblici! Se le leggi basta farle col copia-incolla, alla prossima infornata non bisogna di dimenticarsi di assumere anche una scimmia.

Una cosa buona però bisogna ammetterla… non si può dire che il governo sia rimasto fermo al medioevo…almeno fino al 2007 ci è arrivato!

Movimento civico R.E.T.E.
Rinnovamento Equità Trasparenza Ecosostenibilità

 

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