Rette casa di riposo: aumenti ingiusti. Csu

Rette casa di riposo: aumenti ingiusti. Csu

Rette casa di riposo: aumenti ingiusti
I membri CSU della Consulta Sanitaria, Gilberto Piermattei e Gianluca Montanari,  hanno espresso parere negativo all’aumento lineare che colpisce i pensionati a basso reddito  e chiesto modifiche legislative.
San Marino 12 luglio 2016. A proposito degli aumenti delle rette della casa di riposo i membri CSU della Consulta Sanitaria inviano queste precisazioni.
La proposta da parte del Comitato Esecutivo ISS di adeguamento delle rette, ferme dal 2001, partendo dal calcolo dell’inflazione registrata da allora ad oggi si attesterebbe sul 27.70%, pari a 407 euro che verranno spalmati su 8 anni con termine 2023. Pertanto il valore della retta è  passata da 1.469 euro a 1.520 mensili, con un aumento di 51 euro mensili.
Il Congresso di Stato, su conforme proposta del Comitato Esecutivo e sentito il parere della Consulta Sanitaria, ha deliberato l’aumento delle quote delle rette.
Questo l’ambito decisionale, ma intendiamo informare che come  membri della Centrale Sindacale Unitaria facenti parte della Consulta Sanitaria abbiamo espresso parere  negativo alla proposta di aumento in quanto ritenuta iniqua.
La iniquità accresce nel momento in cui gli aumenti agiscono in modo lineare, senza distinguere sulla base della diversa capacità del reddito da pensione dei singoli ospiti e senza considerare la condizione patrimoniale degli stessi e della loro famiglia. Confermando e aggravando ulteriormente in tal modo  un sistema ingiusto, che penalizza soprattutto quegli anziani e le proprie famiglie a basso reddito.
Siamo di fronte ad una situazione in cui il costo reale mensile  di ogni anziano in casa  di riposo è stato quantificato in 3.822 euro, cifra che tiene conto di diverse voci come l’assistenza,  i medicinali,  il materiale sanitario. Considerando che la quota fissa a carico di ogni anziano è oggi di 1.510 euro, l’ISS integra mensilmente 2.312 euro a compensazione del costo totale.
E’ evidente che occorre mettere mano alla legge per affermare il principio dell’equità, ovvero coloro che hanno redditi superiori ai 1.510 euro devono contribuire maggiormente e alleggerire i costi di coloro che hanno pensioni più basse, determinando una solidarietà reale e di maggiore giustizia sociale. Questi concetti, espressi in ambito della Consulta dai commissari CSU, non sono stati purtroppo tenuti in considerazione. Naturalmente non cesseremo di sostenere questi principi nei luoghi e nelle sedi opportune.
Gilberto Piermattei, vice segretario CSdL,  
Gianluca Montanari, vice segretario CDLS

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy