Richiesta trasformazione interpellanza in mozione credito d’imposta banche

Richiesta trasformazione interpellanza in mozione credito d’imposta banche

Come interpellanti vogliamo ricordare al segretario Felici che la politica richiede l’utilizzo di un linguaggio accessibile. I linguaggi specialistici sono riservati agli esperti, ai professionisti, non alla politica. Al contrario, i vari documenti di carattere finanziario che il segretario Felici porta all’attenzione dell’aula si distinguono tutti per il forte tecnicismo, sembrano scritti da e per dei tecnici finanziari con la precisa volontà di renderne quanto più difficoltosa possibile la comprensione.
Rispetto alla domanda sull’ammontare del credito d’imposta concesso ai vari istituti va detto che l’importo era già stato comunicato nel corso del riferimento che il segretario Felici tenne lo scorso ottobre. Riferimento che però fu fatto a microfoni spenti, in seduta segreta. Noi riteniamo importante rendere accessibile all’intera popolazione la gravosità dell’impegno che lo Stato, per decisione del governo, è stato chiamato a sostenere.
Ci lascia perplessi poi essere informati che la competenza di determinare l’esistenza e l’ammontare delle sofferenze convertite in credito d’imposta sia stata attribuita alle banche stesse, nell’estraneità di un’autorità che potesse garantire lo Stato. Anche se risulta inverosimile, così come si afferma nella risposta, che né il governo, né banca centrale abbiano effettuato verifiche sull’esposizione e sulle partite inesigibili delle banche in oggetto prima di avvallare le operazioni di acquisizione. Se così fosse ci troveremmo di fronte ad un atto di irresponsabilità molto grave.
Bisogna arrivare alla terza pagina per trovare una valutazione di carattere politico, ovvero per riconoscere che “le banche potrebbero non avere particolare interesse ad effettuare con decisione le azioni di recupero stante il credito d’imposta”. Da qui la nomina del dottor Gumina, che però appare tardiva e discutibile vista anche l’incompatibilità determinata dallo statuto di banca centrale che prevede un lasso di tempo di almeno dodici mesi prima che gli ispettori possano svolgere funzioni presso o nei confronti dei soggetti vigilati dalla stessa banca centrale.
Infine ci allarma sapere che le autorizzazioni a operare e i nulla osta rilasciati alle banche cedenti potrebbero essere al momento oggetto di trattative private, col grave rischio del ripetersi di gestioni fallimentari e il conseguente danno per le già disastrate finanze pubbliche e per il sistema nel suo insieme.
Un’ultima nota di attualità. È di stamani la notizia del mandato d’arresto per l’ex ministro italiano Galan e altri personaggi politici di primo piano della Regione Veneto. Anche qui torna in gioco il nome del dott. Gumina per la vicenda del bonifico da un milione di euro uscito da BCS verso la Finanziaria Infrastruttura – riconducibile allo stesso Galan – effettuato in pieno blocco dei pagamenti e autorizzato, sembra, proprio dal dott. Gumina, allora a capo della vigilanza di Banca Centrale. Inoltre circolano voci secondo le quali il figlio del dottor Gumina avrebbe ricevuto di recente un incarico da BancaCIS, l’ultima banca in ordine di tempo ad avere beneficiato del credito di imposta. Una tale concomitanza di eventi renderebbe ancor più fondati i serissimi dubbi che segnano il settore bancario e finanziario e la sua gestione. Al tal riguardo ci riserviamo di effettuare ulteriori approfondimenti.
Per queste ragione chiediamo la trasformazione dell’interpellanza in mozione.
Roberto Ciavatta
Luca Lazzari
Luca Santolini

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