Riforma del sistema giudiziario

Riforma del sistema giudiziario

Riequilibrare la composizione laica e
togata del Consiglio giudiziario; allargare la rosa di
candidature per la nomina del magistrato dirigente del Tribunale;
rivedere le modalita’ di reperimento dei magistrati e i
meccanismi di controllo.

Questi i tre filoni di intervento
sull’ordinamento giudiziario individuati, discussi e condivisi
questa mattina dalla Commissione consiliare Affari giustizia. In
sintesi, i consiglieri-commissari all’unanimita’ hanno
riconosciuto i casi in cui l’applicazione della legge attuale ha
fatto “cilecca” e su cui intervenire.
Pasquale Valentini, presidente della Commissione, e il
segretario per la Giustizia, Augusto Casali, hanno illustrato i
tre filoni di intervento della riforma. Primo passaggio: il
rapporto tra togati e componente laica all’interno del Consiglio
giudiziario plenario, che ad oggi prevede al suo interno 11
commissari e 16 magistrati. “Si tratta di un punto cruciale-
spiega Valentini- dall’esperienza degli ultimi tempi, si e’
riscontrata una certa difficolta’ dello strumento del Consiglio
giudiziario ad operare”. Di qui l’esigenza di riequilibrare le
componenti, “finalizzata non ad intaccare l’autonomia dei
giudici- precisa- ma a garantire l’efficacia dell’apparato della
giustizia”.
Il secondo filone di intervento riguardera’ invece la figura
del magistrato dirigente: “Saranno definite in modo piu’ precise
le sue funzioni e si valuta l’allargamento della possibilita’ di
reperimento”. Di fatto, i requisiti attuali richiesti per i
candidati dirigenti, ovvero dieci anni di anzianita’, sono molto
restrittivi e ad oggi sono solo due i magistrati che possono
vantarli in curriculum.
Infine, il terzo capitolo della
Riforma interessera’ le modalita’ di reperimento e la
responsabilita’ dei giudici. “C’e’ l’esigenza di valorizzare il
ruolo degli uditori per inserire nuovi magistrati, in
particolare, sammarinesi”, spiega il presidente della
Commissione. Inoltre, sara’ presa in considerazione la
possibilita’ di reclutare magistrati dedicati prevalentemente a
vicende che riguardano minori e a casi di violenza sulle donne.
Altro tasto dolente dell’attuale sistema sono poi i meccanismi
di controllo e di indirizzo sui magistrati. “L’azione di
sindacato- chiarisce Valentini- unico strumento di verifica
attuale sull’attivita’ dei giudici, andra’ rivista, attraverso
l’introduzione di forme di responsabilita’ specifica e di
sanzioni graduali”.

Incassato l’ok unanime dei commissari, ora la palla passa alla
segreteria per la Giustizia che, insieme alla presidenza della
commissione, dovra’ predisporre una relazione che entri nel
dettaglio delle proposte per intervenire sui tre filoni
individuati. L’auspicio di Valentini e’ di proseguire il percorso
con la condivisione piu’ ampia possibile. A riguardo, dal fronte
dell’opposizione, Ivan Foschi, capogruppo Su, ricorda quindi che
una parte della Riforma mettera’ mano a una legge costituzionale,
quindi per la sua modifica sara’ necessaria l’adesione dei due
terzi dell’Aula.

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