Riforma tributaria così com’è. La risposta del Sindacato è lo sciopero generale, Csu

Riforma tributaria così com’è. La risposta del Sindacato è lo sciopero generale, Csu

Le forze di governo annunciano che approveranno la riforma tributaria così com’è. La risposta del Sindacato è lo sciopero generale

Caduta nel vuoto, da parte delle forze di maggioranza, la richiesta delle Confederazioni e delle molte migliaia di lavoratori che hanno affollato le sei partecipatissime assemblee zonali CSU, di riportare la riforma tributaria al testo precedente il blitz corporativo (e notturno) in Commissione Finanze. Sarà sciopero generale con manifestazione in Piazza della Libertà durante la seduta consiliare di giugno

 

13 giugno 2012 – Riportare la legge tributaria ai contenuti precedenti il blitz compiuto dai rappresentanti della maggioranza in Commissione finanze, aprendo subito un confronto che consenta di giungere ad un testo condiviso e concertato tra Governo, parti sociali e forze politiche, anche di opposizione, ed utilizzando l’iter consiliare più consono ed efficace per approvare questa decisiva e fondamentale riforma. È quanto hanno chiesto i Segretari Generali di CSdL e CDLS alle forze politiche che ieri sera si sono confrontate nel dibattito pubblico sulla riforma tributaria al teatro Concordia, nella stessa giornata in cui, in mattinata, si è concluso il ciclo di sei assemblee zonali che hanno riscosso una elevatissima partecipazione e dato dimostrazione della fortissima determinazione dei lavoratori a proseguire nelle iniziative di mobilitazione e lotta per l’equità e la giustizia sociale.

Ma l’appello del Sindacato, se è stato favorevolmente accolto dalle forze di opposizione, per quanto riguarda il Governo è caduto nel vuoto: infatti, gli esponenti di maggioranza hanno dichiarato senza mezzi termini che i loro partiti intendono approvare, probabilmente facendolo slittare in luglio, il progetto di legge così com’è, salvo poi, hanno detto in modo provocatorio e beffardo, “eventualmente modificarlo in seguito”, non si sa come…

Gli esponenti dei partiti di maggioranza, hanno quindi confermato che l’Esecutivo intende compiere l’ennesimo atto di forza, senza lasciare nessuno spazio alla concertazione, ignorando le richieste di equità e giustizia sociale avanzate delle molte migliaia di lavoratori che hanno partecipato alle sei assemblee zonali organizzate dalle CSU, chiedendo a gran voce e con forte determinazione di cancellare il blitz corporativo compiuto dalle forze di maggioranza. Un blitz consumato, sembra, a tarda notte, per iniziativa di un gruppo di consilieri liberi professionisti che, mossi unicamente dai loro interessi di bottega, hanno portato una serie di emendamenti che hanno rovesciato come un calzino il testo precedentemente confrontato con sindacato.  

Per tutta la serata i Segretari generali, i dirigenti sindacali e tanti cittadini intervenuti nell’acceso dibattito, riportando quanto emerso con chiarezza nelle assemblee zonali con i lavoratori, hanno posto l’accento sulle gravissime iniquità e i contenuti inaccettabili di questo testo di legge. Anche le forze politiche di opposizione ne hanno evidenziato gli elementi di forte negatività. 

In primo luogo, e questo è stato il nocciolo centrale del blitz notturno in Commissione finanze, viene realizzata una parificazione tra il trattamento del lavoro autonomo e quello del lavoro dipendente, applicando indistintamente per tutti le stesse aliquote contributive e gli stessi scaglioni di reddito dei lavoratori dipendenti. Ciò è un fatto inaudito, che non ha riscontri in nessun paese evoluto, in quanto queste due tipologie di reddito sono totalmente differenti, tant’è che il reddito da lavoro autonomo, nella sua determinazione, beneficia di una lunga serie di sgravi, da cui il lavoro dipendente è completamente escluso. 

Tanto più in una situazione di crisi, è particolarmente intollerabile per i lavoratori dipendenti, che sono disposti a pagare di più per il bene del paese, che le categorie di lavoratori autonomi che per molti anni hanno eluso ed evaso il fisco, arrivino a non pagare nulla o quasi, con gravissimi danni per le finanze pubbliche. Ai lavoratori dipendenti si chiedono altri sacrifici, ai lavoratori autonomi si fanno nuovi regali arrivando addirittura ad abbassare la già irrisoria tassazione!

Completamente smentite le affermazioni dei rappresentanti della maggioranza, che rivendicavano sostanziali passi avanti in fatto di controlli sui lavoratori autonomi: la Smac card, che dovrebbe essere uno strumento fiscale, non è obbligatoria, quindi addio tracciabilità per tutti quelli che non la usano; non c’è lo scontrino fiscale; non vi è l’obbligo della fatturazione; la minimum tax viene ridotta della metà; non esistono forme di redditometro. Al contempo, non vengono istituiti organi quali il corpo di polizia tributaria, ma la funzione di controllo viene demandata ad una commissione nominata dal Consiglio. Dunque il fisco in mano alla politica, che è quanto di più arbitrario, deleterio e retrograde vi possa essere!!! E la tanto sbandierata introduzione dei reati fiscali? Scattano solo per reati superiori a 500.000 euro. Ogni commento è superfluo… 

In sostanza, questa legge tributaria non porta equità, anzi fa pagare di più ai lavoratori dipendenti e molto meno o addirittura nulla a quelli autonomi; non consente di incamerare le risorse per consolidare lo stato sociale e per mettere in sicurezza il bilancio dello Stato, condannando il paese ad un destino di perenne indebitamento; è del tutto sganciato da un progetto di sviluppo di cui il paese ha assoluta necessità, e  che manca totalmente. 

Per queste ragioni, con la spinta delle molte migliaia di lavoratori che hanno partecipato alle assemblee zonali manifestando la loro forte indignazione per l’inaccettabile ingiustizia che si determinerebbe approvando questo testo di legge, ed esprimendo la loro forte determinazione a sostenere tutti i temi della mobilitazione – rinnovo dei contratti di lavoro, lavoro e sviluppo, riforma del mercato del lavoro, diritti dei lavoratori frontalieri, legalità e trasparenza – la CSU conferma la proclamazione dello sciopero generale con manifestazione in Piazza della Libertà, che si svolgerà in concomitanza con lo svolgimento della sessione consiliare di giugno.

CSU

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