Rimini. Al Museo della Citta’ in mostra l’arte di Aldo Rontini

Rimini. Al Museo della Citta’ in mostra l’arte di Aldo Rontini

RIMINI. Inaugura questa sera, alle ore 19, al Museo della Città la mostra di Aldo Rontini “Dei gessi, anteprima della scultura”, a cura di Peter Weiermair, con testo critico di Vittorio Sgarbi. L’esposizione rimarrà in allestimento fino al 13 dicembre.

La mostra dispiega lavori in gesso dagli anni ’90 sino ad oggi. Dotato di straordinaria perizia plastica, Rontini ha sempre dialogato con la grande tradizione scultorea italiana dando vita ad una personalissima linea espressiva, giocosa e innovativa, vivificata dal senso della bellezza e dell’eros. Ciò si traduce in forme evocative e narrative dove la forza del frammento e del dettaglio si dispiega in poetiche allusioni, in tensioni di corpi nudi e di movenze che evocano lontani tributi alla storia dell’arte in una attualizzazione forte e provocatoria.  

“Forse ogni scultura parla del corpo anche quando il tema è un altro. Attraverso la sublimazione o l’immanenza; per manifestarne il peso o per immaginarne la leggerezza; per trattare d’ingombro fisico o per stanare una discreta presenza, la relazione col corpo rimane sempre centrale per uno scultore. Al solito è la materia madre a dettare l’approccio e il trattamento. La finitura di una forma modellata con le mani nude è destinata a differire da quella scolpita con l’uso di scalpello e martello.  

È l’antica antinomia che sta tra la via creativa che aggiunge e quella che sottrae; della statua raggiunta togliendo materia al blocco o della forma che prende volume sul tornio, sul treppiede.  Eppure certi torsi di Aldo Rontini dimostrano ombre marmoree e un tatto lapidario, anche quando sono composti nella terra o tradotti nel farinoso gesso. 

Corpi di paesaggi collinari ammantati dalla prima neve; sembrano ideati per farci vegliare sul sonno di un nuovo Endimione, di una Dafne o di un Ganimede: di quella metamorfica bellezza non ancora concupita dagli dei.  L’epidermide delle opere, che deriva da un raffinato procedimento plastico, è essa stessa un esempio di trasformazione e innesto. Dalle cosce spuntano lunghe radici coralline e da una costola tornita si alza la vela di un panneggio che contiene vento e onde. 

Dunque tra metafora e metamorfosi si dispiega l’estetica candida e sensuale di Aldo, onirica e sussurrata, capace di intonate in chiave lirica perfino le retoriche masse muscolari, senza mai incorrere nel rischio dell’ostentazione”. (Massimo Pulini)

Aldo Rontini è nato a Brisighella nel 1948, vive e lavora a Faenza. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dopo essere stato titolare di Plastica all’Istituto d’Arte di Faenza. E’ influenzato dagli esempi di D. Rambelli e G. Boschi, ma l’apparente contraddizione di queste referenze, l’una robustamente plastica, l’altra decorativamente lieve, è assoluta e risolta in sapienza di modellato, dove anche il corpo “eroico” maschile, frequente oggetto della sua scultura, è proposto e risolto con ironia.  Agli inizi degli anni ’80 Rontini ispira e guida il gruppo della “Nuova Ceramica”, in opposizione ad una dominante linea ceramica “tellurica”, post-informale. 

Ritornato nel tempo all’azione individuale, approfondisce una ricerca borderline, dove i rilievi scultorei sono quasi sempre assorbiti da archetipi di forme d’uso in un’antropomorfizzazione simbolica dell’oggetto. Questa ricerca brillantemente risolta lo conduce alla vittoria del Primo Premio al Concorso Internazionale di Ceramica di Faenza nel 1993. L’originalità del suo lavoro lo sottrae al ristretto ambito delle manifestazioni ceramiche e viene invitato ad importanti mostre d’arte e design. 

[c.s. Comune Rimini]


In apertura l’artista insieme all’assessore Massimo Pulini; sopra l’opera Endimione


L’opera Anatomia ittica


L’opera Narcisetto


L’opera Le radici di Dafne

 


L’opera Dormiente

 

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