Rimini: Al porto altro taglio sui canoni per evitare guai col demanio

Rimini: Al porto altro taglio sui canoni per evitare guai col demanio

Maxi stangata con sconto.

In aprile i tecnici del Comune di Rimini s’incontreranno assieme ai referenti dell’Agenzia del territorio e all’Agenzia del demanio, entrambe di Bologna, con l’obiettivo di rivedere anche le classificazioni degli immobili nelle zone portuali.

Ciò significa ridurre ulteriormente il conto delle cartelle esattoriali in parte già arrivate ai destinatari.

L’onorevole del Pdl Sergio Pizzolante precisa: “Si tratta di un’iniziativa alla quale si sta lavorando da tempo, che potrebbe rappresentare un progetto pilota per il resto del Paese”.

I maxi canoni piovuti sulle attività che si trovano sui porti di Rimini, Riccione e Cattolica hanno fatto registrare cifre chieste dai Comuni perfino superiori a 160mila euro per un singolo ristorante.

Valori che in alcuni casi superano quelli di mercato.

Così onorevoli e consiglieri regionali, assieme alle amministrazioni comunali, si sono mossi per cercare di rivedere le stime mentre gli operatori pagavano gli avvocati per i ricorsi avendo fortune alterne tra ricorsi persi e altri vinti.

Vani scala, locali caldaie, impianti in generale e altri spazi che non ospitano tavoli o cucine vanno scontati cioè tolti dal conteggio delle aree per le quali si paga le pertinenze.

I politici e gli amministratori stanno infatti cercando di cambiare il tipo di classificazione, “zone portuali considerate come attività commerciali in zona di pregio”, con una di più basso livello per dare un ulteriore taglio ai canoni.

Fonte: (corsivo) “Il Resto del Carlino”

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