Andrea Rossini – Corriere Romagna: DALLA VIOLENZA SESSUALE AI FIORI D’ARANCIO / Fuga d’amore col prete che abusò del figlio / La donna ha aspettato che scontasse la condanna ed è andata a vivere con lui, lontano da tutti / I giudici credettero al ragazzino, ma la madre no: al processo testimoniò in favore dell’imputato
RIMINI. L’ex prete accusato di pedofilia ha finito di scontare la pena, dimezzata in appello a quattro anni, e ad attenderlo ha trovato l’unica persona che ha sempre creduto alla sua versione come si crede a una verità di fede o alle parole dell’amato, cioè al di là dell’esistenza di prove a favore o contro. Si tratta anche dell’ultima persona che ti aspetti pronta ad accoglierlo: la mamma del ragazzino di cui l’uomo, quando era ancora sacerdote, aveva abusato sessualmente. Lo ha atteso per andare via con lui, lontano, lasciando tutto e tutti: i due adesso vivono insieme come una coppia qualsiasi. L’uomo lavora come insegnante, la donna si occupa della casa, e – da devoti cristiani – progettano prima o poi di sposarsi. Quasi un lieto fine se alle loro spalle non si fossero lasciati le macerie di una famiglia riminese distrutta e le ferite di una vicenda controversa, sebbene chiara dal punto di vista processuale. (…)