Rimini. Banca Carim, dichiarazione del Presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali

Rimini. Banca Carim, dichiarazione del Presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali

“Va accolto con favore e giusta speranza il senso dell’intervento in cui il consiglio di amministrazione di ‘Banca Carim’ esprime- attraverso inserzioni a pagamento sui quotidiani locali- le proprie riflessioni ‘di creditore’ circa la complessa situazione in cui versa Aeradria. Colgo un ragionamento sostanzialmente positivo circa i temi prioritari relativi alla delicata questione societaria, attualmente sottoposta alla valutazione del Tribunale di Rimini: l’aeroporto quale importante infrastruttura da conservare; la propensione della banca a sostenere iniziative imprenditoriali del territorio anche nelle situazioni di crisi; le tante, troppe voci relative a ‘pressioni politiche’ e a decisioni già prese in merito al concordato di continuità, che Carim sgombra con nettezza; l’urgenza di concentrarsi ora sull’individuazione delle possibili soluzioni. Non solo, è piena la sintonia tra Provincia di Rimini e Banca Carim riguardo la prospettiva futura della società di gestione dello scalo aeroportuale che non può più materialmente fondarsi (come accaduto sinora in via pressoché esclusiva) sull’apporto di capitali pubblici, già erosi da vincoli del Patto di Stabilità, anossia di trasferimenti statali, moltiplicazione delle competenze, riassetti istituzionali maldestri. Di qui la scelta- mi spingo più in là, l’obbligo- di imboccare la strada da percorrere con convinzione fino in fondo di una riconfigurazione societaria mirata ad attrarre e a essere più attrattiva rispetto all’apporto di capitali privati.

Non ho mai dubitato della linearità e della sensibilità di Banca Carim e del suo consiglio di amministrazione rispetto alle sorti della comunità riminese; linearità e responsabilità che, del resto, avvicinano questo storico istituto di credito alla responsabilità di un Ente pubblico che trova nel benessere diffuso del territorio le ragioni e l’essenza del proprio agire. C’è però anche una componente ulteriore, empatica, di cui è portatrice proprio ‘Banca Carim’, e che mi fa essere speranzoso circa l’esito ‘per il trionfo del bene comune’ della vicenda Aeradria. 

L’istituto di credito ha avuto purtroppo, e di recente, diretta e dolorosa esperienza- come migliaia di imprese, come Aeradria- delle difficoltà finanziarie inattese e sopraggiunte, conducendolo a un solo passo dal fallimento. Tra 2009 e 2010 ‘Banca Carim’ vide il proprio Patrimonio di Vigilanza consolidato letteralmente annichilito, passando in 12 mesi da 396,6 milioni di euro a 175,1 milioni di euro. Una perdita secca di oltre 221,5 milioni di euro tra un bilancio e quello seguente- più o meno 25 volte il debito di Aeradria- che costrinse gli azionisti, preoccupati e orgogliosi di salvare in fretta la banca piuttosto che aprire legittimi processi circa le responsabilità e le cause (vado a memoria, mai illustrate con publiredazionali o altro) dell’inspiegabile e repentino dissesto, ad accettare una traumatica ‘svalutazione’ azionaria nominale ben superiore al 50% . Tutta la comunità, compresi Provincia e Comuni, concorsero a quel giusto mutuo soccorso, nella sincera convinzione che le infrastrutture del territorio vanno tutelate a costo di ogni sacrificio, pure se esso ammonta a una cifra che supera i 220 milioni di euro, ad occhio qualcosa di più dei 9 di credito Carim con Aeradria, percentualmente equivalenti allo 0,4%. In questo senso e con questa prospettiva sta operando la compagine societaria di Aeradria, pur con mezzi, strumenti e campo d’azione molto più ridotti. Avendo passato quarti d’ora ben più gravi, ritengo confortante l’atteggiamento del cda della banca al quale posso ribadire che anche il percorso (ovviamente di dimensioni finanziariamente molto più limitate) per l’eventuale ingresso in Aeradria di nuovi soci è e sarà portato avanti con la stessa trasparenza, il medesimo desiderio di ‘luce del sole , uguale coinvolgimento delle parti interessate, che ha caratterizzato le trattative e le operazioni di ricapitalizzazione condotte dal management di Carim tra 2011 e 2012 per il salvataggio dell’istituto bancario.

Ricominciamo insieme, parafrasando il bello slogan di Banca Carim post buco da 221,5 milioni di euro. E mi permetto di avanzare ancora una volta questo messaggio distensivo attraverso un semplice comunicato piuttosto che una più scintillante e spettacolare inserzione pubblicitaria, non autorizzabile dall’amministrazione se non strettamente indispensabile. Ma, come si dice, è il pensiero che conta  🙂 ”.

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